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Art. 75
Art. 76
Art. 1

1. Le scorte petrolifere totali vanno calcolate giusta le definizioni dell’OCSE e della CEE, modificate come segue:

A.
Scorte incluse: Petrolio greggio, prodotti principali e oli non raffinati tenuti
nei serbatoi delle raffinerie
nei terminali di carico
nei serbatoi d’alimentazione degli oleodotti
nelle chiatte
nelle cisterne da cabotaggio
nelle petroliere in porto
nei bunkeraggi delle navi della navigazione interna
nei fondi dei serbatoi
nelle scorte operative
dai grandi consumatori per obbligo sancito da leggi o direttive.
B.
Scorte escluse:
a)
petrolio greggio non ancora prodotto
b)
petrolio greggio, prodotti principali e oli non raffinati tenuti
negli oleodotti
nei carri ferroviari cisterna
nelle autobotti
nei bunkeraggi delle navi d’alto mare
nelle stazioni di servizio e distributrici al dettaglio
da altri consumatori
nelle petroliere in navigazione
come scorte militari.

2. La parte di scorte petrolifere che può essere accreditata a fronte dell’impegno per le riserve di emergenza relativo ad ogni Partecipante è pari all’insieme delle sue scorte petrolifere, secondo le definizioni precedenti, meno quelle scorte che tecnicamente possono essere considerate come assolutamente indisponibili anche nell’emergenza più grave. Il Gruppo Permanente per i problemi di emergenza esaminerà questo concetto e riferirà sui criteri per misurare le scorte assolutamente indisponibili.

3. Fino al momento in cui non sia stata presa una decisione in proposito, ogni Partecipante sottrarrà il 10% delle proprie scorte totali nella misurazione delle proprie riserve di emergenza.

4. Il Gruppo Permanente per i problemi di emergenza esaminerà e riferirà al Comitato di Gestione circa:

a)
le modalità per includere la nafta, per usi diversi da benzina per autotrazione ed aviazione, nei consumi a fronte dei quali sono misurate le scorte,
b)
la possibilità di creare regole comuni per il trattamento dei bunkeraggi marini in caso dì emergenza e dì includere i bunkeraggi marini nei consumi a fronte dei quali sono misurate le scorte,
c)
la possibilità di creare regole comuni concernenti la compressione della domanda di bunkeraggi per aviazione,
d)
la possibilità di accreditare a fronte degli impegni per le riserve di emergenza, parte dei quantitativi petroliferi in mare al momento della messa in atto delle misure di emergenza,
e)
la possibilità di aumentare le disponibilità in caso di emergenza mediante risparmi nel sistema di distribuzione.
Art. 2

1. La «capacità di sostituzione di combustibile» designa il normale consumo petrolifero che può essere sostituito da altri combustibili in caso di emergenza, a condizione che tale capacità sia soggetta a controllo del Governo in una emergenza, possa essere resa operativa entro un mese e che rifornimenti sicuri del combustibile alternativo siano disponibili per l’impiego.

2. I rifornimenti di combustibile alternativo saranno espressi in termini dì petrolio greggio equivalente.

3. Le scorte di un combustibile alternativo riservate a scopi di sostituzione, possono essere accreditate a fronte dell’impegno per le riserve di emergenza nella misura in cui possono venir utilizzate durante il periodo di autonomia energetica.

4. La produzione di riserva di un combustibile alternativo, destinata a scopi di sostituzione, sarà accreditata a fronte dell’impegno per le riserve di emergenza sulla stessa base della capacità produttiva petrolifera di riserva, a norma delle disposizioni dell’Articolo 4.

5. Il Gruppo Permanente per i problemi di emergenza esaminerà e riferirà al Comitato Direttivo circa

a)
l’adeguatezza del termine di un mese menzionato al paragrafo 1,
b)
le basi per calcolare la disponibilità di combustibile sostituibile, fondata su scorte di un combustibile alternativo, a norma delle disposizioni del paragrafo 3.
Art. 3

Un Partecipante può accreditare, a fronte del proprio impegno per le riserve di emergenza, le scorte petrolifere tenute in un altro Paese, a condizione che il Governo di tale Paese abbia un accordo con il Governo del Partecipante, in base al quale non porrà alcun impedimento al trasferimento di tali scorte verso il Partecipante in una situazione di emergenza.

Art. 4

1. La capacità produttiva petrolifera di riserva è definita come la potenziale produzione petrolifera di un Partecipante, in eccesso sulla normale produzione petrolifera nell’ambito della propria giurisdizione,

che sia soggetta a controllo governativo, e
che possa essere impiegata durante un’emergenza entro il periodo di autonomia energetica.

2. Il Gruppo Permanente per i problemi di emergenza esaminerà e riferirà al Comitato di Gestione circa:

a)
il concetto ed i metodi per misurare la capacità produttiva petrolifera di riserva di cui al paragrafo 1,
b)
l’adeguatezza del «periodo di autonomia energetica» come tempo limite,
c)
il problema se una determinata quantità di capacità produttiva petrolifera di riserva sia di maggior valore per gli scopi dell’autonomia energetica, in caso di emergenza, della stessa quantità di scorte petrolifere, l’ammontare del possibile credito per la capacità produttiva di riserva ed il metodo per il suo calcolo.
Art. 5

La capacità produttiva di riserva, disponibile per un Partecipante nell’ambito della giurisdizione di un altro Paese, può essere accreditata a fronte del proprio impegno per le riserve di emergenza sulla stessa base della capacità produttiva petrolifera di riserva, presente nell’ambito della propria giurisdizione e soggetta alle disposizioni dell’articolo 4, a condizione che il Governo dell’altro Paese abbia un accordo con il Governo del Partecipante in base al quale non porrà alcun impedimento al trasferimento verso il Partecipante, in caso d’emergenza, di petrolio greggio originato da tale capacità produttiva di riserva.

Art. 6

Il Gruppo Permanente per i problemi di emergenza esaminerà e riferirà al Comitato di Gestione circa la possibilità di accreditare a fronte dell’impegno per le riserve di emergenza di un Partecipante, di cui nell’Articolo 2 paragrafo 2 dell’Accordo, investimenti a lungo termine che abbiano l’effetto di ridurre la dipendenza del detto Partecipante dalle importazioni petrolifere.

Art. 7

1. Il Gruppo Permanente per i problemi di emergenza esaminerà e riferirà al Comitato di Gestione circa il periodo di riferimento definito all’Articolo 2 paragrafo 1 dell’Accordo, tenendo particolarmente in conto elementi quali il tasso di crescita, le variazioni stagionali dei consumi e i cambiamenti ciclici.

2. Le decisioni del Consiglio direttivo volte a modificare la definizione del periodo di riferimento, citato al paragrafo 1, vanno adottate all’unanimità.

Art. 8

Il Gruppo Permanente per i problemi di emergenza vaglierà gli elementi dei Capitoli dal I al IV dell’Accordo per eliminare possibili anomalie matematiche e statistiche, poi ne farà rapporto al Comitato di Gestione.

Art. 9
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Art. 76
Art. 1

1. Die gesamten Ölvorräte werden nach den OECD— und EWG1—Definitionen gemessen, die wie folgt revidiert werden:

A.
Vorräte, die einbezogen werden: Rohöl, Haupterzeugnisse und Halbfertigfabrikate, gelagert
in Raffinerietanks
in Umschlaglagern für nicht abgefülltes Öl
in Tanklagern an Rohrleitungen
in Leichtern
in Küstentankschiffen
in im Hafen liegenden Öltankschiffen
in Bunkern für Binnenschiffe
als Tankbodenbestand
in Betriebsvorräten
von Grossverbrauchern auf Grund gesetzlicher Vorschriften oder anderweitig unter staatlicher Kontrolle.
B.
Vorräte, die nicht einbezogen werden:
a)
noch nicht gefördertes Rohöl
b)
Rohöl, Haupterzeugnisse und Halbfertigfabrikate, gelagert
in Rohrleitungen
in Schienentankwagen
in Tanklastwagen
in Bunkern für Seeschiffe
bei Tankstellen und im Einzelhandel
von sonstigen Verbrauchern
in Tankschiffen auf See
als militärische Vorräte

2. Der Teil der Ölvorräte, der auf die Pflicht—Notstandsreserven eines jeden Teilnehmerstaats angerechnet werden kann, entspricht seinen gesamten Ölvorräten auf Grund der obigen Definition abzüglich derjenigen Vorräte, die nach technischer Feststellung selbst im ernstesten Notstand absolut nicht verfügbar sind. Die Ständige Gruppe für Notstandsfragen prüft dieses Konzept und berichtet über Kriterien zur Messung absolut nicht verfügbarer Vorräte.

3. Bis zur Beschlussfassung in dieser Angelegenheit zieht jeder Teilnehmerstaat bei der Messung seiner Notstandsreserven 10 Prozent von seinen Gesamtvorräten ab.

4. Die Ständige Gruppe für Notstandsfragen prüft und berichtet dem Geschäftsführenden Ausschuss über

a)
die Modalitäten der Einbeziehung von Naphtha, das nicht als Motoren— und Flugbenzin verwendet wird, in den Verbrauch, nach dem die Vorräte gemessen werden;
b)
die Möglichkeit der Schaffung gemeinsamer Vorschriften für die Behandlung von Bunkerbeständen für die Seeschiffahrt im Notstand und der Einbeziehung dieser Bunkerbestände in den Verbrauch, nach dem die Vorräte gemessen werden;
c)
die Möglichkeit der Schaffung gemeinsamer Vorschriften für die Drosselung der Nachfrage bei Bunkerbeständen für Flugzwecke;
d)
die Möglichkeit, einen Teil der im Zeitpunkt der Inkraftsetzung von Notstandsmassnahmen auf See befindlichen Ölmenge auf die Pflicht—Notstandsreserven anzurechnen;
e)
die Möglichkeit, durch Einsparungen im Verteilungssystem die in einem Notstand verfügbaren Vorräte zu vergrössern.

1 Europäische Wirtschaftsgemeinschaft

Art. 2

1. Als Kapazität der Umstellung auf andere Energieträger wird der normale Ölverbrauch bezeichnet, der im Notstand durch andere Energieträger ersetzt werden kann, unter der Voraussetzung, dass diese Kapazität im Notstand staatlicher Kontrolle unterliegt, innerhalb eines Monats in Betrieb genommen werden kann und dass sichere Vorräte an alternativen Energieträgern verwendungsfähig zur Verfügung stehen.

2. Der Vorrat an alternativen Energieträgern wird in Öleinheiten ausgedrückt.

3. Die Vorräte an alternativen Energieträgern, die für Zwecke der Umstellung auf andere Energieträger bereitgehalten werden, können auf die Pflicht—Notstandsreserven angerechnet werden, soweit sie während des Selbstversorgungszeitraums verwendet werden können.

4. Die bereitgehaltene zusätzliche Produktion eines alternativen Energieträgers, die für Zwecke der Umstellung auf andere Energieträger bestimmt ist, wird vorbehaltlich des Artikels 4 dieser Anlage auf die Pflicht—Notstandsreserven auf derselben Grundlage angerechnet wie die bereitgehaltene zusätzliche Ölförderung.

5. Die Ständige Gruppe für Notstandsfragen prüft und berichtet dem Geschäftsführenden Ausschuss über

a)
die Angemessenheit der in Absatz 1 genannten Frist von einem Monat,
b)
die Berechnungsbasis für die Kapazität der Umstellung auf andere Energieträger auf der Grundlage der Vorräte an alternativen Energieträgern vorbehaltlich des Absatzes 3.
Art. 3

Ein Teilnehmerstaat kann die in einem anderen Staat unterhaltenen Ölvorräte auf seine Pflicht—Notstandsreserven anrechnen, sofern die Regierung dieses anderen Staates mit der Regierung des Teilnehmerstaats ein Abkommen geschlossen hat, dass sie die Beförderung dieser Vorräte in den Teilnehmerstaat in einem Notstand nicht behindern wird.

Art. 4

1. Als bereitgehaltene zusätzliche Ölförderung wird die potentielle Ölförderung eines Teilnehmerstaats bezeichnet, die über die normale Ölförderung innerhalb seines Hoheitsbereichs hinausgeht und die

staatlicher Kontrolle unterliegt und
im Notstand innerhalb des Selbstversorgungszeitraums in Betrieb genommen werden kann.

2. Die Ständige Gruppe für Notstandsfragen prüft und berichtet dem Geschäftsführenden Ausschuss über

a)
die Konzeption und Methoden zur Messung der in Absatz 1 genannten bereitgehaltenen zusätzlichen Ölförderung,
b)
die Angemessenheit des «Selbstversorgungszeitraums» als Frist,
c)
die Frage, ob eine bestimmte Menge der bereitgehaltenen zusätzlichen Ölförderung für die Zwecke der Selbstversorgung im Notstand wertvoller ist als die gleiche Menge an Ölvorräten, den Umfang einer möglichen Anrechnung der bereitgehaltenen zusätzlichen Ölförderung und die Methode ihrer Berechnung.
Art. 5

Die einem Teilnehmerstaat innerhalb des Hoheitsbereichs eines anderen Staates zur Verfügung stehende bereitgehaltene zusätzliche Ölförderung kann vorbehaltlich des Artikels 4 dieser Anlage auf seine Pflicht—Notstandsreserven auf derselben Grundlage angerechnet werden wie die innerhalb des eigenen Hoheitsbereichs bereitgehaltene zusätzliche Ölförderung, sofern die Regierung dieses anderen Staates mit der Regierung des Teilnehmerstaats ein Abkommen geschlossen hat, dass sie die Lieferung von Öl aus dieser bereitgehaltenen zusätzlichen Kapazität in den Teilnehmerstaat in einem Notstand nicht behindern wird.

Art. 6

Die Ständige Gruppe für Notstandsfragen prüft und berichtet dem Geschäftsführenden Ausschuss über die Möglichkeiten der Anrechnung von langfristigen Investitionen, die zur Verringerung der Abhängigkeit eines Teilnehmerstaats von Öleinfuhren führen, auf die in Artikel 2 Absatz 2 des Übereinkommens vorgesehenen Pflicht-Notstandsreserven des Teilnehmerstaats.

Art. 7

1. Die Ständige Gruppe für Notstandsfragen prüft und berichtet dem Geschäftsführenden Ausschuss über den in Artikel 2 Absatz 1 des Übereinkommens vorgesehenen Bezugszeitraum, wobei sie insbesondere Faktoren wie Wachstum, jahreszeitliche Verbrauchsschwankungen und konjunkturelle Änderungen berücksichtigt.

2. Beschlüsse des Verwaltungsrats zur Änderung der Definition des in Absatz 1 genannten Bezugszeitraums bedürfen der Einstimmigkeit.

Art. 8

Die Ständige Gruppe für Notstandsfragen prüft und berichtet dem Geschäftsführenden Ausschuss über alle Elemente der Kapitel I bis IV des Übereinkommens, um mögliche mathematische und statistische Anomalien zu beseitigen.

Art. 9
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