Traduzione
(Stato 8 ottobre 2015)
Considerando che una pace universale e durevole può essere fondata soltanto sulla giustizia sociale;
Considerando che vi sono condizioni di lavoro che implicano per un gran numero di persone ingiustizia, miseria e privazioni, generando tale malcontento da mettere in pericolo la pace e l’armonia del mondo, e che urge prendere provvedimenti per migliorare simili condizioni: come, per esempio, il regolamento delle ore di lavoro, la fissazione della durata massima della giornata e della settimana di lavoro, il reclutamento della mano d’opera, la lotta contro la disoccupazione, la garanzia di un salario sufficiente ad assicurare convenienti condizioni di vita, la protezione dei lavoratori contro le malattie generali o professionali e contro gli infortuni del lavoro, la protezione dei fanciulli, degli adolescenti e delle donne, le pensioni di vecchiaia e d’invalidità, la difesa degli interessi dei lavoratori occupati all’estero, il riconoscimento del principio «a lavoro eguale, retribuzione eguale», il riconoscimento del principio della libertà sindacale, l’organizzazione dell’insegnamento professionale e tecnico, e altri provvedimenti analoghi;
Considerando che la mancata adozione, da parte di uno Stato qualsiasi, di un regime di lavoro veramente umano ostacola gli sforzi degli altri, che desiderano migliorare la sorte dei lavoratori nei propri paesi;
Le Alte Parti Contraenti, mosse da sentimenti di giustizia e di umanità, e dal desiderio di assicurare una pace mondiale durevole, nell’intento di raggiungere i fini enunciati nel preambolo, approvano la presente Costituzione dell’Organizzazione internazionale del Lavoro:
1. È istituita un’organizzazione permanente per promuovere l’attuazione del programma esposto nel preambolo della presente Costituzione e nella Dichiarazione sugli scopi dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, adottata a Filadelfia il 10 maggio 1944, il testo della quale si trova allegato alla presente Costituzione.
2. Membri dell’Organizzazione internazionale del Lavoro sono gli Stati che erano Membri dell’Organizzazione il 1o novembre 1945 e tutti gli altri Stati che lo diventeranno conformemente alle disposizioni dei paragrafi 3 e 4 del presente articolo.
3. Qualsiasi Membro originario delle Nazioni Unite e qualsiasi Stato ammesso in qualità di membro delle Nazioni Unite con decisione dell’Assemblea generale, conformemente alle disposizioni della Carta può diventare Membro dell’Organizzazione internazionale del Lavoro comunicando al Direttore generale dell’Ufficio Internazionale del Lavoro la sua accettazione formale degli obblighi derivanti dalla Costituzione dell’Organizzazione internazionale del Lavoro.
4. La Conferenza generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro può parimente ammettere dei Membri nell’Organizzazione a maggioranza dei due terzi dei delegati presenti alla sessione, compresi i due terzi dei delegati governativi presenti e volanti. Questa ammissione diventerà effettiva quando il governo del nuovo Membro avrà comunicato al Direttore dell’Ufficio internazionale del Lavoro la sua accettazione formale degli obblighi derivanti dalla Costituzione dell’Organizzazione.
5. Nessun Membro potrà uscire dall’Organizzazione internazionale del Lavoro senza avere preventivamente comunicato la sua intenzione al Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro. Siffatta dichiarazione avrà effetto due anni dopo la data del suo ricevimento da parte del Direttore generale con la riserva che il Membro a questa data abbia adempito tutti gli obblighi finanziari risultanti dalla sua qualità di Membro. Nel caso in cui un Membro abbia ratificato una convenzione internazionale del lavoro, questa uscita non infirmerà in modo alcuno la validità, per il periodo previsto dalla convenzione, degli obblighi risultanti dalla convenzione stessa o che ad essa si riferiscono.
6. Nel caso in cui uno Stato avesse cessato di essere Membro dell’Organizzazione, la sua riammissione come Membro sarà disciplinata dalle norme dei paragrafi 3 o 4 del presente articolo.
L’Organizzazione permanente comprende:
1. La Conferenza generale si riunisce ogni volta che sia necessario e almeno una volta l’anno. È composta di quattro rappresentanti per ciascuno dei Membri; due saranno delegati del governo e gli altri due rappresenteranno, rispettivamente, i datori di lavoro e i lavoratori che appartengono a ciascuno dei Membri.
2. Ogni delegato può essere accompagnato da consiglieri tecnici, in numero non maggiore di due per ogni argomento iscritto all’ordine del giorno della sessione. Quando devono essere esaminate questioni che interessano specialmente le donne, almeno uno dei consiglieri tecnici deve essere una donna.
3. Ogni Membro responsabile della condotta delle relazioni internazionali di territori non metropolitani può designare come consiglieri tecnici supplementari per accompagnare i suoi delegati:
4. Se il territorio si trova sotto l’autorità congiunta di due o più Membri, potranno essere designate persone per assistere i delegati di questi Membri.
5. I Membri si impegnano a designare i delegati e i consiglieri tecnici non governativi d’accordo con le organizzazioni professionali più rappresentative, se ve ne sono, sia dei datori di lavoro, sia dei lavoratori del rispettivo paese.
6. I consiglieri tecnici possono prendere la parola soltanto a richiesta del delegato al quale sono aggiunti e con la speciale autorizzazione del Presidente della Conferenza; non possono prendere parte alle votazioni.
7. Un delegato, rivolgendosi per iscritto al Presidente, può designare come suo supplente uno dei suoi consiglieri tecnici e questi potrà prendere parte, in tale qualità, alle discussioni ed alle votazioni.
8. I nomi dei delegati e dei loro consiglieri tecnici saranno comunicati all’Ufficio internazionale del Lavoro a cura del governo di ciascuno dei Membri.
9. Le credenziali dei delegati e dei loro consiglieri tecnici sono soggette a verifica da parte della Conferenza, che può, a maggioranza di due terzi dei voti espressi dai delegati presenti, rifiutare di ammettere quei delegati o consiglieri tecnici che reputa non designati conformemente al presente articolo.
1. Ogni delegato ha diritto di votare individualmente su tutte le questioni sottoposte alle deliberazioni della Conferenza.
2. Qualora uno dei Membri non avesse designato uno dei delegati non governativi cui ha diritto, l’altro delegato non governativo avrà facoltà di prendere parte alle discussioni della Conferenza, ma non di votare.
3. Qualora la Conferenza, in virtù dei poteri ad essa attribuiti dall’art. 3, rifiutasse di ammettere un delegato di uno dei Membri, si applicheranno le disposizioni del presente articolo come se quel delegato non fosse stato designato.
Le sessioni della Conferenza sono tenute, con riserva di qualsiasi decisione che la Conferenza stessa potesse prendere durante una sessione precedente, al luogo stabilito dal Consiglio d’Amministrazione.
Qualsiasi trasferimento della sede dell’Ufficio internazionale del Lavoro è deciso dalla Conferenza alla maggioranza di due terzi dei voti emessi dai delegati presenti.
1. Il Consiglio d’amministrazione è composto di cinquantasei1 persone:
Ventotto2 rappresentano i Governi, quattordici3 rappresentano i datori di lavoro, quattordici4 rappresentano i lavoratori.
2. Delle ventotto5 persone rappresentanti i Governi, dieci6 sono nominate dai Membri che hanno maggiore importanza industriale e diciotto dai Membri designati a questo fine dai delegati governativi alla Conferenza, esclusi i delegati degli dieci7 Membri menzionati. 8
3. Il Consiglio d’amministrazione stabilisce, ogni volta che occorre, quali sono i Membri che hanno maggiore importanza industriale e fissa la procedura per l’esame, da parte di un comitato imparziale, di tutte le questioni concernenti la designazione dei Membri che hanno maggiore importanza industriale, prima che il Consiglio di amministrazione decida in merito. I ricorsi di un Membro contro la designazione, da parte del Consiglio d’amministrazione, dei Membri che hanno maggiore importanza sono decisi dalla Conferenza, ma un ricorso rivolto alla Conferenza non sospende l’applicazione della dichiarazione fino a quando la Conferenza non si è pronunciata.
4. I rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori sono eletti rispettivamente dai delegati dei datori di lavoro e dai delegati dei lavoratori alla Conferenza. 9
5. Il Consiglio è rinnovato ogni tre anni. Se per una ragione o per l’altra le elezioni al Consiglio di amministrazione non hanno luogo allo spirare di questo periodo, il Consiglio d’amministrazione resta in funzione fino ad elezioni avvenute.
6. Il modo di provvedere ai seggi vacanti, la designazione dei supplenti e le altre questioni dello stesso genere possono essere regolati dal Consiglio con riserva dell’approvazione della Conferenza.
7. Il Consiglio d’amministrazione elegge tra i propri membri un presidente e due vicepresidenti. Di queste tre persone una rappresenterà un governo e le altre due rappresenteranno rispettivamente i datori di lavoro ed i lavoratori.
8. Il Consiglio d’amministrazione stabilisce il suo regolamento e si riunisce alle date che esso fissa. Una sessione speciale deve essere tenuta ogni qualvolta sedici10 persone che fanno parte del Consiglio presentano una domanda scritta in questo senso.
1 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 22 giu. 1972, in vigore per la Svizzera dal 1o nov. 1974 (RU 1976 661).
2 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 22 giu. 1972, in vigore per la Svizzera dal 1o nov. 1974 (RU 1976 661).
3 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 22 giu. 1972, in vigore per la Svizzera dal 1o nov. 1974 (RU 1976 661).
4 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 22 giu. 1972, in vigore per la Svizzera dal 1o nov. 1974 (RU 1976 661).
5 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 22 giu. 1972, in vigore per la Svizzera dal 1o nov. 1974 (RU 1976 661).
6 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 25 giu. 1953, in vigore per la Svizzera dal 25 mag. 1954 (RU 1954 465 463; FF 1953 1060).
7 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 25 giu. 1953, in vigore per la Svizzera dal 25 mag. 1954 (RU 1954 465 463; FF 1953 1060).
8 Abrogati dall’art. 2 dell’emendamento della Conferenza generale del 25 giu. 1953, con effetto per la Svizzera dal 25 mag. 1954 (RU 1954 465 463; FF 1953 1060).
9 Abrogati dall’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 22 giu. 1962, con effetto per la Svizzera dal 14 ott. 1963 (RU 1963 881 879; FF 1963 328).
10 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 25 giu. 1953, in vigore per la Svizzera dal 25 mag. 1954 (RU 1954 465 463; FF 1953 1060).
1. A capo dell’Ufficio internazionale del Lavoro è posto un Direttore generale, designato dal Consiglio d’amministrazione, dal quale riceve le istruzioni e di fronte al quale è responsabile del buon andamento dell’Ufficio e della esecuzione di tutti gli altri compiti che possono essergli affidati.
2. Il Direttore generale o il suo supplente assistono a tutte le sedute del Consiglio d’amministrazione.
1. Il personale dell’Ufficio internazionale del Lavoro è nominato dal Direttore generale, conformemente alle norme approvate dal Consiglio d’amministrazione.
2. Per quanto lo consente il migliore rendimento del lavoro d’ufficio, il Direttore generale deve scegliere persone di cittadinanza diversa.
3. Un certo numero di queste persone deve essere di sesso femminile.
4. Le funzioni del Direttore generale e del personale hanno un carattere esclusivamente internazionale. Nell’esercizio delle loro funzione, il Direttore generale ed il personale non devono domandare nè ricevere istruzioni da nessun governo od autorità straniera alla Organizzazione. Essi devono astenersi da qualsiasi azione incompatibile con la loro qualità di funzionari internazionali, responsabili soltanto di fronte all’Organizzazione.
5. Ogni Membro dell’Organizzazione si impegna a rispettare il carattere esclusivamente internazionale del Direttore generale e del personale, e rinuncia ad esercitare qualsiasi influenza sugli stessi.
1. I compiti dell’Ufficio internazionale del Lavoro comprendono la raccolta e la distribuzione di ogni informazione concernente la disciplina internazionale delle condizioni dei lavoratori e del regime del lavoro, in particolare lo studio delle questioni da sottoporre alla Conferenza per la conclusione di convenzioni internazionali e l’esecuzione di inchieste speciali ordinate dalla Conferenza o dal Consiglio di amministrazione.
2. Con riserva delle direttive che potrebbero essergli impartite dal Consiglio d’amministrazione, l’Ufficio:
3. In generale esercita tutti gli altri poteri e funzioni che la Conferenza od il Consiglio d’amministrazione stima opportuno di assegnarli.
I dicasteri di ciascun Membro, competenti per le questioni operaie, possono comunicare con il Direttore generale per mezzo del rappresentante del proprio governo nel Consiglio di amministrazione dell’Ufficio internazionale del Lavoro, o, in mancanza di questo rappresentante, per mezzo di un altro funzionario competente, designato a questo fine dal governo.
1. L’Organizzazione internazionale del Lavoro collabora, nell’ambito della presente Costituzione, con ogni organizzazione internazionale generale incaricata di coordinare le attività d’organizzazione di diritto internazionale pubblico che assolvono compiti speciali e con le organizzazioni di diritto internazionale pubblico che hanno un compito speciale in campi affini.
2. L’Organizzazione internazionale del Lavoro può prendere i provvedimenti adeguati concernenti la partecipazione, senza diritto di voto, dei rappresentanti delle organizzazioni di diritto internazionale pubblico alle sue deliberazioni.
3. L’Organizzazione internazionale del Lavoro può prendere qualsiasi misura utile per la consultazione, secondo il suo libero apprezzamento, di organizzazioni internazionali non governative riconosciute, comprese le organizzazioni di datori di lavoro, di lavoratori, di agricoltori e di cooperatori.
1. L’Organizzazione internazionale del Lavoro può concludere con le Nazioni Unite quegli accordi finanziari e di bilancio che meglio sembrano appropriati.
2. Nell’attesa della conclusione di siffatti accordi o se, ad un dato momento, nessun accordo è in vigore:
3. Le spese dell’Organizzazione internazionale del Lavoro saranno messe a carico dei Membri, conformemente agli accordi vigenti in virtù del paragrafo 1 o del paragrafo 2, c) del presente articolo.
4. Un Membro in arretrato col pagamento del suo contributo alle spese dell’Organizzazione non può partecipare al voto nella Conferenza, nel Consiglio d’amministrazione o in qualsiasi commissione, nè all’elezione dei membri del Consiglio d’amministrazione, se l’ammontare dei suoi arretrati è uguale o superiore al contributo da esso dovuto per gl’interi due anni trascorsi. La Conferenza può tuttavia, con decisione presa a maggioranza di due terzi dei voti emessi dai delegati presenti, autorizzare questo Membro a particolare al voto, qualora accerti che il ritardo è dovuto a circostanze indipendenti dalla sua volontà.
5. Il Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro risponde al Consiglio d’amministrazione circa l’uso dei fondi dell’Organizzazione internazionale del Lavoro.
1. Il Consiglio d’amministrazione stabilisce l’ordine del giorno delle sessioni della Conferenza dopo avere esaminato tutte le proposte concernenti gli oggetti che devono essere iscritti all’ordine del giorno, fatte dal governo di uno dei Membri e da una delle organizzazioni rappresentative indicate nell’articolo 3, o da qualsiasi organizzazione di diritto internazionale pubblico.
2. Il Consiglio d’amministrazione fissa la procedura necessaria per garantire una seria preparazione tecnica ed una conveniente consultazione dei Membri che sono maggiormente interessati da parte di una conferenza tecnica preparatoria o in altro modo, prima che la Conferenza accetti una convenzione od una raccomandazione.
1. Il Direttore generale esercita le funzioni di Segretario generale della Conferenza e deve mandare l’ordine del giorno di ogni sessione, quattro mesi prima dell’apertura, a ciascun Membro e, per mezzo di essi, ai delegati non governativi, quando siano stati designati.
2. I rapporti concernenti gli oggetti all’ordine del giorno devono essere trasmessi in modo che i Membri abbiano il tempo sufficiente per procedere ad un conveniente esame dei rapporti stessi prima della Conferenza. Il Consiglio d’amministrazione emana le norme d’applicazione della presente disposizione.
1. Qualunque Governo dei Membri ha il diritto di opporsi all’iscrizione all’ordine del giorno di uno o più degli oggetti proposti. I motivi di tale opposizione devono essere esposti in una nota esplicativa indirizzata al Direttore generale, il quale dovrà darne comunicazione ai Membri dell’Organizzazione.
2. Gli argomenti ai quali è stata fatta opposizione rimangono tuttavia iscritti all’ordine del giorno, se la Conferenza decide in tal senso a maggioranza di due terzi dei voti espressi dai delegati presenti.
3. Se la Conferenza decide, salvo quanto è prescritto nel capoverso precedente, a maggioranza di due terzi dei voti espressi dai delegati presenti, che una questione debba essere esaminata, detta questione sarà inclusa nell’ordine del giorno della sessione seguente.
1. La Conferenza elegge un presidente e tre vicepresidenti. I tre vicepresidenti devono essere rispettivamente un delegato governativo, un delegato dei datori di lavoro ed un delegato dei lavoratori. La Conferenza determina la propria procedura e può nominare commissioni incaricate di studiare e riferire su qualsiasi soggetto.
2. La semplice maggioranza dei voti espressi dai Membri presenti decide in tutti i casi in cui non sia disposto altrimenti in modo esplicito dalle disposizioni della presente Costituzione o da altro istrumento che conferisce poteri alla Conferenza, oppure dagli accordi finanziari o di bilancio approvati in virtù dell’articolo 13.
3. Nessuna votazione è valida se il numero dei voti espressi è inferiore alla metà del numero dei delegati presenti alla sessione.
La Conferenza può aggiungere alle Commissioni da essa istituite consiglieri tecnici i quali non hanno diritto di voto deliberativo.
1. Se la Conferenza approva proposte relative a un oggetto iscritto all’ordine del giorno, essa deve precisare se tali proposte debbano assumere la forma: a) di una convenzione internazionale; b) o di una raccomandazione, quando l’oggetto trattato o uno dei suoi aspetti non si presta all’adozione immediata di una convenzione.
2. In entrambi i casi, affinchè una convenzione o una raccomandazione siano approvati dalla Conferenza nella votazione finale, è necessaria la maggioranza di due terzi dei voti espressi dai delegati presenti.
3. Nel formulare qualsiasi convenzione o raccomandazione di applicazione generale, la Conferenza deve tener conto delle speciali condizioni determinate in alcuni paesi dal clima, dall’incompleto sviluppo dell’organizzazione industriale e da altre circostanze particolari, e suggerire tutte quelle modificazioni che possono essere ritenute necessarie per rispondere alle condizioni proprie di tali paesi.
4. Due copie della convenzione o della raccomandazione devono essere firmate dal presidente della Conferenza e dal Direttore generale. Una di queste due copie è depositata negli archivi dell’Ufficio internazionale del Lavoro e l’altra presso il Segretario generale delle Nazioni Unite. Il Direttore generale trasmette una copia autentica della convenzione o della raccomandazione a ciascun Membro.
5. Se si tratta di una convenzione:
6. Se si tratta di una raccomandazione:
7. Se si tratta di uno Stato federativo, sono applicabili le seguenti disposizioni:
8. In nessun caso l’accettazione di una convenzione o di una raccomandazione da parte della conferenza, o la ratificazione di una convenzione da parte di un Membro devono essere interpretate nel senso che esse siano di pregiudizio a leggi, sentenze, usanze o accordi che garantiscono ai lavoratori condizioni più favorevoli di quelle previste nella convenzione o nella raccomandazione.
9. Su proposta del Consiglio d’amministrazione, la Conferenza può abolire, alla maggioranza dei due terzi dei voti espressi dai delegati presenti, qualsiasi Convenzione precedentemente adottata conformemente alle disposizioni del presente articolo, nel caso in cui essa appaia priva di scopo e non apporti un contributo efficace al raggiungimento degli obiettivi dell’Organizzazione.1
1 Introdotto dall’art.1 dell’emendamento della Conferenza generale del 19 giu. 1997, in vigore dall’8 ott. 2015 (RU 2018 3899).
Ogni convenzione così ratificata è comunicata dal Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro al Segretario generale delle Nazioni Unite per essere registrata conformemente alle disposizioni dell’articolo 102 della Carta delle Nazioni Unite1, ma impegna soltanto gli Stati che l’hanno ratificata.
1. Ogni disegno che nello scrutinio finale sul suo complesso non raccoglie la maggioranza dei due terzi dei voti espressi dai Membri presenti, può formare oggetto di una speciale convenzione tra i Membri dell’Organizzazione che lo desiderino.
2. Qualsiasi convenzione così conclusa è comunicata dai governi interessati al Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro ed al Segretario generale delle Nazioni Unite per essere registrata conformemente alle disposizioni dell’articolo 102 della Carta delle Nazioni Unite1.
1 RS 0120
Ciascun Membro s’impegna a presentare all’Ufficio internazionale del Lavoro un rapporto annuale sui provvedimenti da esso presi allo scopo di porre in esecuzione le convenzione alle quali ha aderito. Questi rapporti saranno stesi nella forma indicata dal Consiglio d’amministrazione e dovranno contenere gli schiarimenti chiesti da quest’ultimo.
1. Il Direttore generale presenta, alla prima sessione seguente, un riassunto delle informazioni e dei rapporti che gli sono stati comunicati dai Membri conformemente agli articoli 19 e 20.
2. Ogni Membro trasmette alle organizzazioni, riconosciute rappresentanti in base all’articolo 3, copia delle informazioni e dei rapporti comunicati al Direttore generale in applicazione degli articoli 19 e 22.
Ogni reclamo diretto all’Ufficio internazionale del Lavoro da una organizzazione professionale di lavoratori o di datori di lavoro contro uno dei Membri, perchè non avrebbe provveduto in modo soddisfacente all’esecuzione di una convenzione cui ha aderito, può essere trasmesso dal Consiglio di amministrazione al governo posto in causa, il quale potrà essere invitato a fare le dichiarazioni che riterrà opportune al riguardo.
Se, entro un conveniente termine, il governo posto in causa non presenta alcuna dichiarazione, o se la dichiarazione non sembra soddisfacente al Consiglio di amministrazione, quest’ultimo avrà il diritto di rendere pubblico il reclamo ricevuto e, se occorre, la risposta inviata.
1. Ciascun Membro può presentare un reclamo all’Ufficio internazionale del Lavoro contro un altro Membro che, a parer suo, non provveda in modo soddisfacente all’esecuzione di una convenzione da entrambi ratificata a norma degli articoli precedenti.
2. Il Consiglio d’amministrazione, se lo stima opportuno, prima di deferire la questione a una Commissione di inchiesta secondo la procedura seguente, può mettersi in rapporto con il governo interessato, nel modo indicato all’articolo 24.
3. Se il Consiglio d’amministrazione non ritiene necessario comunicare il reclamo al governo posto in causa, o se, dopo la comunicazione, non è pervenuta una risposta soddisfacente entro un termine adeguato, il Consiglio può nominare una Commissione d’inchiesta, per esaminare la questione e riferire in merito.
4. La stessa procedura può essere iniziata dal Consiglio, sia d’ufficio, sia in seguito al reclamo di uno dei delegati alla Conferenza.
5. Quando una vertenza sorta in applicazione dell’articolo 25 o 26 è portata davanti al Consiglio, il governo chiamato in causa, se non ha già un rappresentante in seno al Consiglio, ha il diritto di designare un delegato per prendere parte alle sue deliberazioni concernenti detta vertenza. La data in cui le discussioni devono aver luogo sarà notificata in tempo utile al governo messo in causa.
Qualora un reclamo fosse rinviato, in virtù dell’articolo 25, davanti ad una Commissione d’inchiesta, ciascuno dei Membri, sia o non sia direttamente interessato nel medesimo, s’impegna a mettere a disposizione della Commissione tutte le informazioni in suo possesso circa l’oggetto del reclamo.
La Commissione d’inchiesta, dopo un esame completo del reclamo, redige un rapporto contenente le sue costatazioni su tutte le circostanze di fatto che permettono di precisare la portata della contestazione e le proposte che crede di dover formulare circa i provvedimenti da prendere, per dare soddisfazione al governo reclamante, e circa i termini in cui questi provvedimenti devono essere presi.
1. Il Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro comunica il rapporto della Commissione d’inchiesta al Consiglio di amministrazione e ad ogni Stato interessato nella controversia e provvede alla sua pubblicazione.
2. Ogni governo interessato deve comunicare al Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro, entro il termine di tre mesi, se accetta o non accetta le raccomandazioni contenute nel rapporto della Commissione e, in caso negativo, se desidera sottoporre la controversia alla Corte internazionale di giustizia.
Qualora un Membro non prendesse, per quanto concerne una convenzione od una raccomandazione, i provvedimenti indicati nei paragrafi 5b), 6b), o 7b) I) dell’articolo 19, ogni altro Membro ha il diritto di deferire la vertenza al Consiglio d’amministrazione. Se il Consiglio d’amministrazione reputa che il Membro non ha preso le misure prescritte, esso ne fa rapporto alla Conferenza.
La Corte internazionale di giustizia decide definitivamente i ricorsi e le controversie che le sono sottoposti conformemente all’articolo 29.
Le conclusioni o le raccomandazioni eventuali della Commissione d’inchiesta possono essere confermate, modificate o annullate dalla Corte internazionale di giustizia.
Se un Membro non si conforma, entro il termine prescritto, alle raccomandazioni che possono essere contenute sia nel rapporto della Commissione d’inchiesta, sia nella decisione della Corte internazionale di giustizia, il Consiglio di amministrazione può proporre alla Conferenza le misure che reputa opportune per garantire l’esecuzione di dette raccomandazioni.
Il governo inadempiente può in qualunque tempo informare il Consiglio d’amministrazione di avere preso i provvedimenti necessari per conformarsi sia alle raccomandazioni della Commissione di inchiesta, sia a quelle contenute nella decisione della Corte internazionale di giustizia, e può domandare l’istituzione di una Commissione d’inchiesta incaricata di verificare le sue dichiarazioni. In questo caso sono applicabili le disposizioni degli articoli 27, 28, 29, 31 e 32 e, se il rapporto della commissione d’inchiesta o la decisione della Corte internazionale di giustizia sono favorevoli al governo inadempiente, il Consiglio di amministrazione deve immediatamente proporre la revoca dei provvedimenti presi in virtù dell’articolo 33.
1. I Membri s’impegnano ad applicare le convenzioni che hanno ratificato, conformemente alle disposizioni della presente Costituzione, ai territori non metropolitani che rappresentano nelle relazioni internazionali, compresi i territori sotto tutela che sono incaricati di amministrare, a meno che le questioni trattate nella convenzione siano di competenza propria delle autorità del territorio, o che la convenzione sia resa inapplicabile dalle condizioni locali; restano riservate le modificazioni che fossero necessarie per adattare le convenzioni alle condizioni locali.
2. Ogni Membro che ratifica una convenzione deve, entro il più breve termine possibile dopo la ratificazione, presentare al Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro una dichiarazione che specifichi, per quanto concerne territori che non siano quelli previsti nei paragrafi 4 e 5 del presente articolo, in che misura esso s’impegna a fare applicare le disposizioni della convenzione e contenga tutti gli schiarimenti prescritti da siffatta convenzione.
3. I Membri che hanno presentato una dichiarazione in virtù del capoverso precedente possono comunicare periodicamente, in conformità della convenzione, nuove dichiarazioni che modifichino dichiarazioni anteriori e precisino la situazione dei territori contemplati nel capoverso precedente.
4. Quando le questioni trattate dalla convenzione sono di competenza propria delle autorità di un territorio non metropolitano, il Membro responsabile delle relazioni internazionali di detto territorio deve comunicare la convenzione entro il più breve termine possibile al governo del territorio, affinchè questo governo possa legiferare in merito o prendere altre misure. In seguito il Membro, d’intesa con il governo del territorio, può presentare al Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro una dichiarazione con la quale accetta gli obblighi della convenzione in nome del territorio di cui si tratta.
5. Una dichiarazione di accettazione degli obblighi di una convenzione può essere comunicata al Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro:
6. L’accettazione degli obblighi di una convenzione in virtù dei capoversi quarto e quinto implica l’accettazione, in nome del territorio interessato, degli obblighi che derivano dalla convenzione e degli obblighi che, secondo la Costituzione dell’Organizzazione si applicano anche alle convenzione ratificate. Nella dichiarazione di accettazione possono essere specificate le modifiche della convenzione che fossero necessarie per adattare la convenzione alle condizioni locali.
7. Ogni Membro o autorità internazionale che ha presentato una dichiarazione in virtù dei capoversi quarto o quinto del presente articolo può comunicare periodicamente, in conformità della convenzione, nuove dichiarazioni che modificano dichiarazioni precedenti o disdicono l’accettazione degli obblighi di convenzioni in nome del territorio interessato.
8. Se gli obblighi di una convenzione non sono accettati in nome di uno dei territori contemplati nei capoversi quarto o quinto del presente articolo, il Membro o i Membri oppure l’autorità internazionale presentano al Direttore generale dell’Ufficio internazionale del Lavoro un rapporto sulla legislazione e sulla prassi di questo territorio per quanto concerne le questioni trattate nella convenzione; il rapporto deve indicare in che misura le disposizioni della convenzione hanno acquistato o acquisteranno efficacia nella legislazione, nei provvedimenti amministrativi, nei contratti collettivi o in qualsiasi altro provvedimento, e deve inoltre specificare quali difficoltà impediscono o ritardano l’accettazione della convenzione.
Gli emendamenti alla presente Costituzione adottati dalla Conferenza a maggioranza dei due terzi dei voti emessi dai delegati presenti entreranno in vigore quando saranno stati ratificati o accettati dai due terzi dei Membri dell’Organizzazione in cui sono compresi cinque degli dieci1 membri rappresentati nel Consiglio di amministrazione come membri più influenti per importanza industriale, conformemente alle norme del terzo capoverso dell’articolo 7 della presente Costituzione.
1 Nuovo numero giusta l’art. 1 dell’emendamento della Conferenza generale del 25 giu. 1953, in vigore per la Svizzera dal 25 mag. 1954 (RU 1954 465 463; FF 1953 1060).
1. Tutte le questioni o controversie concernenti l’interpretazione della presente Costituzione e delle successive convenzioni concluse dai Membri in virtù di detta Costituzione devono essere sottoposte all’esame della Corte internazionale di giustizia.
2. Il Consiglio d’amministrazione può, nonostante le disposizioni del primo capoverso del presente articolo, stabilire e sottoporre alla Conferenza, per approvazione, norme per l’istituzione di un tribunale, incaricato di decidere ogni questione o controversia concernente l’interpretazione di una convenzione, che potesse essere deferita al tribunale dal Consiglio d’amministrazione, o conformemente ai termini di detta convenzione. Le decisioni o i pareri consultivi della Corte internazionale di giustizia vincolano i tribunali istituiti in virtù del presente capoverso. Le sentenze di siffatti tribunali devono essere comunicate ai Membri dell’Organizzazione e le osservazioni di questi ultimi saranno presentate alla Conferenza.
1. L’Organizzazione internazionale del Lavoro può convocare le conferenze regionali e fondare le istituzioni regionali che le sembrassero utili per il raggiungimento degli scopi dell’Organizzazione.
2. I poteri, le funzioni e la procedura delle conferenze regionali sono soggetti alle norme stabilite dal Consiglio d’amministrazione e da esso presentate alla Conferenza generale per conferma.
L’Organizzazione internazionale del Lavoro ha la personalità giuridica; in particolare essa ha la capacità:
1. L’Organizzazione internazionale del Lavoro gode, sul territorio di tutti i suoi Membri, dei privilegi e delle immunità che le sono necessari per raggiungere i suoi scopi.
2. I delegati alla Conferenza, i Membri del Consiglio d’amministrazione come pure il Direttore generale ed i funzionari dell’Ufficio godono parimente dei privilegi e delle immunità necessari per il libero esercizio delle loro funzioni riferentesi all’Organizzazione.
3. Questi privilegi ed immunità saranno determinati mediante un accordo speciale, che sarà preparato dall’Organizzazione e proposto all’accettazione degli Stati Membri.
La Conferenza generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, riunita a Filadelfia nella sua ventiseiesima sessione, adotta in questo decimo giorno di maggio 1944 la presente dichiarazione sugli scopi e le mete dell’Organizzazione internazionale del Lavoro e sui principî che devono guidare la politica dei suoi Membri.
La Conferenza riafferma i principî fondamentali sui quali si fonda l’Organizzazione, cioè in particolare:
Convinta che l’esperienza ha pienamente dimostrato la fondatezza della dichiarazione contenuta nella Costituzione dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, secondo la quale una pace durevole può essere fondata unicamente sulla giustizia sociale, la conferenza afferma che:
La Conferenza riconosce l’obbligo solenne per l’Organizzazione internazionale del Lavoro di favorire l’attuazione, nelle varie nazioni del mondo, di programmi che si propongono di conseguire:
La Conferenza è convinta che un’utilizzazione più completa e più estesa delle risorse produttive della terra, necessaria per l’attuazione degli scopi enumerati nella presente Dichiarazione, può essere garantita mediante un’azione efficace nel campo nazionale ed internazionale, in particolare con misure intese a promuovere l’espansione della produzione e del consumo, a evitare gravi fluttuazioni economiche, a conseguire il progresso economico e sociale delle regioni meno progredite, a garantire una maggiore stabilità dei prezzi delle materie prime e delle derrate sul mercato mondiale e a favorire lo sviluppo di un commercio internazionale esteso e costante. La conferenza promette perciò l’intera collaborazione dell’Organizzazione internazionale del Lavoro a tutte le organizzazioni internazionali, alle quali fosse affidata una parte di responsabilità nell’attuazione di questo grande compito, come pure nel miglioramento della sanità, dell’educazione e del benessere di tutti i popoli.
La Conferenza afferma che i principi enunciati nella presente Dichiarazione sono integralmente applicabili a tutti i popoli del mondo e che, se nella loro applicazione, si deve tenere debito conto dello sviluppo sociale ed economico di ogni popolo, la loro applicazione progressiva ai popoli che sono ancora dipendenti da altri, come pure a tutti i popoli che si governano da sè, interessa il mondo civile nel suo complesso.
Il testo che precede è il testo autentico dello strumento d’emendamento della Costituzione dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, del 1946, debitamente ratificata dalla Conferenza generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro il nove ottobre mille novecento quarantasei, nel corso della sua ventinovesima sessione, riunitasi a Montréal.
I testi francese ed inglese del presente istrumento d’emendamento fanno parimente fede.
In fede di che hanno apposto le loro firme, in questo primo giorno di novembre 1946.
Il Presidente della Conferenza: |
Humphrey Mitchell |
Il Direttore generale |
dell’Ufficio internazionale del Lavoro: |
Edward Phelan |
Membro dal | |
Afganistan | 1934 |
Albania | 1920 al 1967 e dal 1991 |
Algeria | 1962 |
Alto Volta | 1960 |
Angola | 1976 |
Antigua e Barbuda | 1982 |
Arabia Saudita | 1976 |
Argentina | 1919 |
Armenia | 1992 |
Australia | 1919 |
Austria | 1919 al 1938 e dal 1947 |
Azerbaigian | 1992 |
Bahamas | 1976 |
Bahrein | 1977 |
Bangladesh | 1972 |
Barbados | 1967 |
Belarus | 1954 |
Belgio | 1919 |
Belize | 1981 |
Benin | 1960 |
Bhutan | 1971 |
Bolivia | 1919 |
Bosnia e Erzegovina | 1993 |
Botswana | 1978 |
Brasile | 1919 |
Brunei | 2007 |
Bulgaria | 1920 |
Burundi | 1963 |
Cambogia | 1969 |
Camerun | 1960 |
Canada | 1919 |
Capo-Verde | 1979 |
Ciad | 1960 |
Cile | 1919 |
Cina | 1919 |
Cipro | 1960 |
Colombia | 1920 |
Comores | 1978 |
Congo (Kinshasa) | 1960 |
Congo (Rep. di Brazzaville) | 1960 |
Cook, Isole | 2015 |
Corea (Sud) | 1991 |
Costa d’Avorio | 1960 |
Costarica | 1920 al 1927 e dal 1944 |
Croazia | 1992 |
Cuba | 1919 |
Danimarca | 1920 |
Dominica | 1982 |
Ecuador | 1934 |
Egitto | 1936 |
Emirati (Arabia Unita) | 1972 |
Eritrea | 1993 |
Estonia | 1992 |
Etiopia | 1923 |
Filippine | 1948 |
Finlandia | 1920 |
Francia | 1919 |
Gabon | 1960 |
Gambia | 1995 |
Georgia | 1993 |
Germania | 1919 al 1935 e dal 1951 |
Ghana | 1957 |
Giamaica | 1962 |
Giappone | 1919 al 1940 e dal 1951 |
Gibuti | 1978 |
Giordania | 1956 |
Grecia | 1919 |
Grenada | 1979 |
Guaiana | 1966 |
Guatemala | 1919 al 1938 e dal 1945 |
Guinea | 1959 |
Guinea Equatoriale | 1981 |
Guinea-Bissau | 1977 |
Haiti | 1919 |
Honduras | 1919 al 1938 e dal 1955 |
India | 1919 |
Indonesia | 1950 |
Iran | 1919 |
Iraq | 1932 |
Irlanda | 1923 |
Islanda | 1945 |
Isole Salmon | 1984 |
Israele | 1949 |
Italia | 1919 al 1939 e dal 1945 |
Kasakstan | 1993 |
Kenya | 1964 |
Kirghizistan | 1992 |
Kiribati | 2000 |
Kuwait | 1961 |
Laos | 1964 |
Lesotho | 1966 al 1971 e dal 1980 |
Lettonia | 1991 |
Libano | 1948 |
Liberia | 1919 |
Libia | 1952 |
Lituania | 1991 |
Lussemburgo | 1920 |
Macedonia | 1993 |
Madagascar | 1960 |
Malawi | 1965 |
Malaysia | 1957 |
Maldive | 15 maggio 2009 |
Mali | 1960 |
Malta | 1965 |
Marocco | 1956 |
Marshall, Isole | 3 luglio 2007 |
Mauritania | 1961 |
Mauritius | 1969 |
Messico | 1931 |
Moldova | 1992 |
Mongolia | 1968 |
Montenegro | 14 luglio 2006 |
Mozambico | 1976 |
Myanmar | 1948 |
Namibia | 1978 |
Nepal | 1966 |
Nicaragua | 1919 al 1938 e dal 1957 |
Niger | 1961 |
Nigeria | 1960 |
Norvegia | 1919 |
Nuova Zelanda | 1919 |
Oman | 1994 |
Paesi Bassi | 1919 |
Pakistan | 1947 |
Palau | 2012 |
Panama | 1919 |
Papuasia-Nuova Guinea | 1976 |
Paraguay | 1919 al 1937 e dal 1956 |
Perù | 1919 |
Polonia | 1919 |
Portogallo | 1919 |
Qatar | 1972 |
Regno Unito | 1919 |
Rep. Centro Africana | 1960 |
Rep. dello Zaire | 1960 |
Rep. Dominicana | 1924 |
Repubblica ceca | 1993 |
Romania | 1919 al 1942 e dal 1956 |
Russia | 1934 al 1940 e dal 1954 |
Rwanda | 1962 |
Saint-Kitts e Nevis | 1996 |
Salvador | 1920 al 1939 e dal 1948 |
Samoa | 11 marzo 2005 |
San Marino | 1982 |
San Vincenzo e Grenadine | 1995 |
Santa Lucia | 1980 |
Sao Tomé e Principe | 1982 |
Senegal | 1960 |
Serbia | 1919 al 1949 e dal 1951 |
Seychelles | 1977 |
Sierra Leone | 1961 |
Singapore | 1965 |
Siria | 1947 |
Slovacchia | 1993 |
Slovenia | 1992 |
Somalia | 1960 |
Spagna | 1920 al 1941 e dal 1956 |
Srilanka | 1948 |
Stati Uniti | 1934 al 1977 e dal 1980 |
Sudafrica | 1919 al 1966 e dal 1994 |
Sudan | 1956 |
Sudan del Sud | 2012 |
Surinam | 1976 |
Svezia | 1919 |
Svizzera | 1920 |
Swaziland | 1975 |
Tagikistan | 1993 |
Tanzania | 1962 |
Thailandia | 1919 |
Timor Est | 19 agosto 2003 |
Togo | 1960 |
Tonga | 2016 |
Trinidad e Tobago | 1963 |
Tunisia | 1956 |
Turchia | 1932 |
Turkmenistan | 1993 |
Tuvalu | 27 maggio 2008 |
Ucraina | 1954 |
Uganda | 1963 |
Ungheria | 1922 |
Uruguay | 1919 |
Uzbekistan | 1992 |
Vanuatu | 22 maggio 2003 |
Venezuela | 1920 al 1957 e dal 1958 |
Vietnam | 1950 al 1985 e dal 1992 |
Yemen | 1965 |
Zambia | 1964 |
Zimbabwe | 1980 |
1 RU 1948 859
2 RU 1973 1623, 1976 1526, 1981 1240, 1985 280, 2002 474, 2012 3049 e 2018 3899. Una versione aggiornata del campo d’applicazione è pubblicata sul sito Internet del DFAE (www.dfae.admin.ch/trattati).
Texte original
(Etat le 8 octobre 2015)
Attendu qu’une paix universelle et durable ne peut être fondée que sur la base de la justice sociale;
attendu qu’il existe des conditions de travail impliquant pour un grand nombre de personnes l’injustice, la misère et les privations, ce qui engendre un tel mécontentement que la paix et l’harmonie universelles sont mises en danger, et attendu qu’il est urgent d’améliorer ces conditions: par exemple, en ce qui concerne la réglementation des heures de travail, la fixation d’une durée maximum de la journée et de la semaine de travail, le recrutement de la main-d’oeuvre, la lutte contre le chômage, la garantie d’un salaire assurant des conditions d’existence convenables, la protection des travailleurs contre les maladies générales ou professionnelles et les accidents résultant du travail, la protection des enfants, des adolescents et des femmes, les pensions de vieillesse et d’invalidité, la défense des intérêts des travailleurs occupés à l’étranger, l’affirmation du principe «à travail égal, salaire égal», l’affirmation du principe de la liberté syndicale, l’organisation de l’enseignement professionnel et technique et autres mesures analogues;
attendu que la non-adoption par une nation quelconque d’un régime de travail réellement humain fait obstacle aux efforts des autres nations désireuses d’améliorer le sort des travailleurs dans leurs propres pays;
les Hautes Parties Contractantes, mues par des sentiments de justice et d’humanité aussi bien que par le désir d’assurer une paix mondiale durable, et en vue d’atteindre les buts énoncés dans ce préambule, approuvent la présente Constitution de l’Organisation internationale du Travail:
1. Il est fondé une organisation permanente chargée de travailler à la réalisation du programme exposé dans le préambule de la présente Constitution et dans la Déclaration concernant les buts et objectifs de l’Organisation internationale du Travail qui a été adoptée à Philadelphie le 10 mai 1944 et dont le texte figure en annexe à la présente Constitution.
2. Les Membres de l’Organisation internationale du Travail seront les Etats qui étaient Membres de l’Organisation au 1er novembre 1945 et tous autres Etats qui deviendraient Membres conformément aux dispositions des par. 3 et 4 du présent article.
3. Tout Membre originaire des Nations Unies et tout Etat admis en qualité de Membre des Nations Unies par décision de l’Assemblée générale conformément aux dispositions de la Charte peut devenir Membre de l’Organisation internationale du Travail en communiquant au Directeur général du Bureau international du Travail son acceptation formelle des obligations découlant de la Constitution de l’Organisation internationale du Travail.
4. La Conférence générale de l’Organisation internationale du Travail peut également admettre des Membres dans l’Organisation à la majorité des deux tiers des délégués présents à la session, y compris les deux tiers des délégués gouvernementaux présents et votants. Cette admission deviendra effective lorsque le gouvernement du nouveau Membre aura communiqué au Directeur général du Bureau international du Travail son acceptation formelle des obligations découlant de la constitution de l’Organisation.
5. Aucun Membre de l’Organisation internationale du Travail ne pourra s’en retirer sans avoir donné préavis de son intention au Directeur général du Bureau international du Travail. Ce préavis portera effet deux ans après la date de sa réception par le Directeur général, sous réserve que le Membre ait à cette date rempli toutes les obligations financières résultant de sa qualité de Membre. Lorsqu’un Membre aura ratifié une convention internationale du travail, ce retrait n’affectera pas la validité, pour la période prévue par la convention, des obligations résultant de la convention ou y relatives.
6. Au cas où un Etat aurait cessé d’être Membre de l’Organisation, sa réadmission en qualité de Membre sera régie par les dispositions des par. 3 ou 4 du présent article.
L’Organisation permanente comprendra:
1. La Conférence générale des représentants des Membres tiendra des sessions chaque fois que besoin sera et, au moins, une fois par an. Elle sera composée de quatre représentants de chacun des Membres, dont deux seront les délégués du gouvernement et dont les deux autres représenteront respectivement, d’une part, les employeurs, d’autre part, les travailleurs ressortissant à chacun des Membres.
2. Chaque délégué pourra être accompagné par des conseillers techniques dont le nombre pourra être de deux au plus pour chacune des matières distinctes inscrites à l’ordre du jour de la session. Quand des questions intéressant spécialement des femmes doivent venir en discussion à la Conférence, une au moins parmi les personnes désignées comme conseillers techniques devra être une femme.
3. Tout Membre responsable des relations internationales de territoires non métropolitains pourra désigner comme conseillers techniques supplémentaires pour accompagner chacun de ces délégués:
4. S’il s’agit d’un territoire placé sous l’autorité conjointe de deux ou plusieurs Membres, des personnes pourront être désignées pour assister les délégués de ces Membres.
5. Les Membres s’engagent à désigner les délégués et conseillers techniques non gouvernementaux d’accord avec les organisations professionnelles les plus représentatives soit des employeurs, soit des travailleurs du pays considéré, sous la réserve que de telles organisations existent.
6. Les conseillers techniques ne seront autorisés à prendre la parole que sur la demande faite par le délégué auquel ils sont adjoints et avec l’autorisation spéciale du Président de la Conférence; ils ne pourront prendre part aux votes.
7. Un délégué peut, par une note écrite adressée au Président, désigner l’un de ses conseillers techniques comme son suppléant, et ledit suppléant, en cette qualité, pourra prendre part aux délibérations et aux votes.
8. Les noms des délégués et de leurs conseillers techniques seront communiqués au Bureau international du Travail par le gouvernement de chacun des Membres.
9. Les pouvoirs des délégués et de leurs conseillers techniques seront soumis à la vérification de la Conférence, laquelle pourra, par une majorité des deux tiers des suffrages exprimés par les délégués présents, refuser d’admettre tout délégué ou tout conseiller technique qu’elle ne jugera pas avoir été désigné conformément aux termes du présent article.
1. Chaque délégué aura le droit de voter individuellement sur toutes les questions soumises aux délibérations de la Conférence.
2. Dans le cas où l’un des Membres n’aurait pas désigné l’un des délégués non gouvernementaux auquel il a droit, l’autre délégué non gouvernemental aura le droit de prendre part aux discussions de la Conférence, mais n’aura pas le droit de voter.
3. Au cas où la Conférence, en vertu des pouvoirs que lui confère l’art. 3, refuserait d’admettre l’un des délégués d’un des Membres, les stipulations du présent article seront appliquées comme si ledit délégué n’avait pas été désigné.
Les sessions de la Conférence se tiendront, sous réserve de toute décision qu’aurait pu prendre la Conférence elle-même au cours d’une session antérieure, au lieu fixé par le Conseil d’administration.
Tout changement du siège du Bureau international du Travail sera décidé par la Conférence à la majorité des deux tiers des suffrages exprimés par les délégués présents.
1. Le Conseil d’administration sera composé de cinquante-six1 personnes:
2. Sur les vingt-huit5 personnes représentant les gouvernements, dix6 seront nommées par les Membres dont l’importance industrielle est la plus considérable et dix-huit7 seront nommées par les Membres désignés à cet effet par les délégués gouvernementaux à la Conférence, exclusion faite des délégués des dix8 Membres susmentionnés. 9
3. Le Conseil d’administration déterminera, chaque fois qu’il y aura lieu, quels sont les Membres ayant l’importance industrielle la plus considérable et établira des règles en vue d’assurer l’examen, par un comité impartial, de toutes questions relatives à la désignation des Membres ayant l’importance industrielle la plus considérable avant que le Conseil d’administration ne prenne une décision à cet égard. Tout appel formé par un Membre contre la déclaration du Conseil d’administration arrêtant quels sont les Membres ayant l’importance industrielle la plus considérable sera tranché par la Conférence, mais un appel interjeté devant la Conférence ne suspendra pas l’application de la déclaration tant que la Conférence ne se sera pas prononcée.
4. Les personnes représentant les employeurs et les personnes représentant les travailleurs seront élues respectivement par les délégués des employeurs et les délégués des travailleurs à la Conférence. 10
5. Le Conseil sera renouvelé tous les trois ans. Si pour une raison quelconque, les élections au Conseil d’administration n’ont pas lieu à l’expiration de cette période, le Conseil d’administration restera en fonction jusqu’à ce qu’il soit procédé à ces élections.
6. La manière de pourvoir aux sièges vacants, la désignation des suppléants et les autres questions de même nature pourront être réglées par le Conseil sous réserve de l’approbation de la Conférence.
7. Le Conseil d’administration élira dans son sein un président et deux vice-présidents. Parmi ces trois personnes l’une sera une personne représentant un gouvernement, et les deux autres seront respectivement des personnes représentant les employeurs et les travailleurs.
8. Le Conseil d’administration établira son règlement et se réunira aux époques qu’il fixera lui-même. Une session spéciale devra être tenue chaque fois que seize11 personnes faisant partie du Conseil auront formulé une demande écrite à cet effet.
1 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence générale du 22 juin 1972, en vigueur pour la Suisse depuis le 1er nov. 1974 (RO 1976 661).
2 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence générale du 22 juin 1972, en vigueur pour la Suisse depuis le 1er nov. 1974 (RO 1976 661).
3 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence générale du 22 juin 1972, en vigueur pour la Suisse depuis le 1er nov. 1974 (RO 1976 661).
4 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence générale du 22 juin 1972, en vigueur pour la Suisse depuis le 1er nov. 1974 (RO 1976 661).
5 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence générale du 22 juin 1972, en vigueur pour la Suisse depuis le 1er nov. 1974 (RO 1976 661).
6 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence internationale du travail du 25 juin 1953, en vigueur pour la Suisse depuis le 25 mai 1954 (RO 1954 581 582; FF 1953 III 132).
7 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence générale du 22 juin 1972, en vigueur pour la Suisse depuis le 1er nov. 1974 (RO 1976 661).
8 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence internationale du travail du 25 juin 1953, en vigueur pour la Suisse depuis le 25 mai 1954 (RO 1954 581 582; FF 1953 III 132).
9 Dernière phrase abrogée par l’art. 2 de l’Am. de la Conférence internationale du travail du 25 juin 1953, avec effet au 25 mai 1954 (RO 1954 581; FF 1953 III 132).
10 Dernière phrase abrogée par l’art. 1er let d de l’Am. de la Conférence internationale du travail du 22 juin 1962, avec effet au pour la Suisse au 14 oct. 1963 (RO 1963 847; FF 1963 I 516).
11 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Am. de la Conférence internationale du travail du 25 juin 1953, en vigueur pour la Suisse depuis le 25 mai 1954 (RO 1954 581 582; FF 1953 III 132).
1. Un Directeur général sera placé à la tête du Bureau international du Travail; il sera désigné par le Conseil d’administration de qui il recevra ses instructions et vis-à-vis de qui il sera responsable de la bonne marche du Bureau ainsi que de l’exécution de toutes autres tâches qui auront pu lui être confiées.
2. Le Directeur général ou son suppléant assisteront à toutes les séances du Conseil d’administration.
1. Le personnel du Bureau international du Travail sera choisi par le Directeur général conformément aux règles approuvées par le Conseil d’administration.
2. Le choix fait par le Directeur général devra porter, dans toute la mesure compatible avec le souci d’obtenir le meilleur rendement, sur des personnes de différentes nationalités.
3. Un certain nombre de ces personnes devront être des femmes.
4. Les fonctions du Directeur général et du personnel auront un caractère exclusivement international. Dans l’accomplissement de leurs devoirs, le Directeur général et le personnel ne solliciteront ni n’accepteront d’instructions d’aucun gouvernement ni d’aucune autorité extérieure à l’Organisation. Ils s’abstiendront de tout acte incompatible avec leur situation de fonctionnaires internationaux qui ne sont responsables qu’envers l’Organisation.
5. Chaque Membre de l’Organisation s’engage à respecter le caractère exclusivement international des fonctions du Directeur général et du personnel et à ne pas chercher à les influencer dans l’exécution de leur tâche.
1. Les fonctions du Bureau international du Travail comprendront la centralisation et la distribution de toutes informations concernant la réglementation internationale de la condition des travailleurs et du régime du travail et, en particulier, l’étude des questions qu’il est proposé de soumettre aux discussions de la Conférence en vue de la conclusion des conventions internationales, ainsi que l’exécution de toutes enquêtes spéciales prescrites par la Conférence ou par le Conseil d’administration.
2. Sous réserve des directives que pourrait lui donner le Conseil d’administration, le Bureau:
3. D’une manière générale, il aura tous autres pouvoirs et fonctions que la Conférence ou le Conseil d’administration jugeront à propos de lui attribuer.
Les ministères des Membres qui s’occupent des questions ouvrières pourront communiquer directement avec le Directeur général par l’intermédiaire du représentant de leur gouvernement au Conseil d’administration du Bureau international du Travail, ou, à défaut de ce représentant, par l’intermédiaire de tel autre fonctionnaire dûment qualifié et désigné à cet effet par le gouvernement intéressé.
1. L’Organisation internationale du Travail collaborera, dans le cadre de la présente Constitution, avec toute organisation internationale générale chargée de coordonner les activités d’organisations de droit international public ayant des tâches spécialisées et avec les organisations de droit international public ayant des tâches spécialisées dans des domaines connexes.
2. L’Organisation internationale du Travail pourra prendre des dispositions appropriées pour que les représentants des organisations de droit international public participent, sans droit de vote, à ses délibérations.
3. L’Organisation internationale du Travail pourra prendre toutes dispositions utiles pour consulter, selon qu’il lui paraîtra désirable, des organisations internationales non gouvernementales reconnues, y compris des organisations internationales d’employeurs, de travailleurs, d’agriculteurs et de coopérateurs.
1. L’Organisation internationale du Travail peut conclure avec les Nations Unies tels arrangements financiers et budgétaires qui paraîtraient appropriés.
2. En attendant la conclusion de tels arrangements, ou si, à un moment quelconque, il n’en est pas qui soient en vigueur:
3. Les frais de l’Organisation internationale du Travail seront à la charge des Membres, conformément aux arrangements en vigueur en vertu du par. 1 ou du par. 2, c) du présent article.
4. Un Membre de l’Organisation en retard dans le paiement de sa contribution aux dépenses de l’Organisation ne peut participer au vote de la Conférence, au Conseil d’administration ou à toute commission, ou aux élections de membres du Conseil d’administration, si le montant de ses arriérés est égal ou supérieur à la contribution due par lui pour les deux années complètes écoulées. La Conférence peut néanmoins par un vote à la majorité des deux tiers des suffrages émis par les délégués présents autoriser ce Membre à participer au vote si elle constate que le manquement est dû à des circonstances indépendantes de sa volonté.
5. Le Directeur général du Bureau international du Travail est responsable vis-à-vis du Conseil d’administration pour l’emploi des fonds de l’Organisation internationale du Travail.
1. Le Conseil d’administration établira l’ordre du jour des sessions de la conférence après avoir examiné toutes propositions faites par le gouvernement d’un des Membres, par toute organisation représentative visée à l’art. 3, ou par toute organisation de droit international public, au sujet des matières à inscrire à cet ordre du jour.
2. Le Conseil d’administration établira des règles pour assurer une sérieuse préparation technique et une consultation appropriée des Membres principalement intéressés, par une conférence préparatoire technique ou par tout autre moyen, avant l’adoption d’une convention ou d’une recommandation par la Conférence.
1. Le Directeur général remplira les fonctions de Secrétaire général de la Conférence, et devra faire parvenir l’ordre du jour de chaque session, quatre mois avant l’ouverture de cette session, à chacun des Membres, et, par l’intermédiaire de ceux-ci, aux délégués non gouvernementaux, lorsque ces dernier auront été désignés.
2. Les rapports sur chacun des points à l’ordre du jour seront transmis de façon à atteindre les Membres à temps pour leur permettre de procéder à un examen approprié de ces rapports avant la Conférence. Le Conseil d’administration formulera les règles faisant porter effet à cette disposition.
1. Chacun des gouvernements des Membres aura le droit de contester l’inscription, à l’ordre du jour de la session, de l’un ou plusieurs des sujets prévus. Les motifs justifiant cette opposition devront être exposés dans un mémoire adressé au Directeur général, lequel devra le communiquer aux Membres de l’Organisation.
2. Les sujets auxquels il aura été fait opposition resteront néanmoins inclus à l’ordre du jour si la Conférence en décide ainsi à la majorité des deux tiers des suffrages exprimés par les délégués présents.
3. Toute question au sujet de laquelle la Conférence décide, à la même majorité des deux tiers, qu’elle doit être examinée (autrement que prévu dans l’alinéa précédent) sera portée à l’ordre du jour de la session suivante.
1. La Conférence élira un président et trois vice-présidents. Les trois vice-présidents seront respectivement un délégué gouvernemental, un délégué des employeurs et un délégué des travailleurs. La Conférence formulera les règles de son fonctionnement; elle pourra nommer des commissions chargées de présenter des rapports sur toutes questions qu’elle estimera devoir mettre à l’étude.
2. La simple majorité des suffrages exprimés par les membres présents de la Conférence décidera dans tous les cas où une majorité plus forte n’est pas spécialement prévue par d’autres articles de la présente Constitution ou par toute convention ou autre instrument conférant des pouvoirs à la Conférence ou par les arrangements financiers ou budgétaires adoptés en vertu de l’art. 13.
3. Aucun vote n’est acquis si le nombre des suffrages exprimés est inférieur à la moitié du nombre des délégués présents à la session.
La Conférence pourra adjoindre aux commissions qu’elle constitue des conseillers techniques qui n’auront pas vois délibérative.
1. Si la Conférence se prononce pour l’adoption de propositions relatives à un objet à l’ordre du jour, elle aura à déterminer si ces propositions devront prendre la forme:
2. Dans les deux cas, pour qu’une convention ou qu’une recommandation soient adoptées au vote final par la Conférence, une majorité des deux tiers des voix des délégués présents est requise.
3. En formant une convention ou une recommandation d’une application générale, la Conférence devra avoir égard aux pays dans lesquels le climat, le développement incomplet de l’organisation industrielle ou d’autres circonstances particulières rendent les conditions de l’industrie essentiellement différentes, et elle aura à suggérer telles modifications qu’elle considérerait comme pouvant être nécessaires pour répondre aux conditions propres à ces pays.
4. Deux exemplaires de la convention ou de la recommandation seront signés par le Président de la Conférence et par le Directeur général. L’un de ces exemplaires sera déposé aux archives du Bureau international du Travail et l’autre entre les mains du Secrétaire général des Nations Unies. Le Directeur général communiquera une copie certifiée conforme de la convention ou de la recommandation à chacun des Membres.
5. S’il s’agit d’une convention:
6. S’il s’agit d’une recommandation:
7. Dans le cas où il s’agit d’un Etat fédératif, les dispositions suivantes seront appliquées:
8. En aucun cas, l’adoption d’une convention ou d’une recommandation par la Conférence, ou la ratification d’une convention par un Membre ne devront être considérées comme affectant toute loi, toute sentence, toute coutume ou tout accord qui assurent des conditions plus favorables aux travailleurs intéressés que celles prévues par la convention ou la recommandation.
9. Sur la proposition du Conseil d’administration, la Conférence peut, à la majorité des deux tiers des voix des délégués présents, abroger toute convention adoptée conformément aux dispositions du présent article s’il apparaît qu’elle a perdu son objet ou qu’elle n’apporte plus de contribution utile à l’accomplissement des objectifs de l’Organisation.1
1 Introduit par le ch. I de l’Am. de la Conférence générale du 19 juin 1997, en vigueur depuis le 8 oct. 2015 (RO 2018 3899).
Toute convention ainsi ratifiée sera communiquée par le Directeur général du Bureau international du Travail au Secrétaire général des Nations Unies, pour enregistrement conformément aux dispositions de l’art. 102 de la Charte des Nations Unies, mais ne liera que les Membres qui l’ont ratifiée.
1. Tout projet qui, dans le scrutin final sur l’ensemble, ne recueillera pas la majorité des deux tiers des suffrages exprimés par les Membres présents peut faire l’objet d’une convention particulière entre ceux des Membres de l’Organisation qui en ont le désir.
2. Toute convention ainsi conclue sera communiquée par les gouvernements intéressés au Directeur général du Bureau international du Travail et au Secrétaire général des Nations Unies, pour enregistrement conformément aux dispositions de l’art. 102 de la Charte des Nations Unies.
Chacun des Membres s’engage à présenter au Bureau international du Travail un rapport annuel sur les mesures prises par lui pour mettre à exécution les conventions auxquelles il a adhéré. Ces rapports seront rédigés sous la forme indiquée par le Conseil d’administration et devront contenir les précisions demandées par ce dernier.
1. Le Directeur général présentera à la plus prochaine session de la Conférence un résumé des informations et rapports qui lui auront été communiqués par les Membres en application des art. 19 et 22.
2. Chaque Membre communiquera aux organisations représentatives reconnues telles aux fins de l’art. 3, copie des informations et rapports transmis au Directeur général en application des art. 19 et 22.
Toute réclamation adressée au Bureau international du Travail par une organisation professionnelle des travailleurs ou des employeurs, et aux termes de laquelle l’un quelconque des Membres n’aurait pas assuré d’une manière satisfaisante l’exécution d’une convention à laquelle ledit Membre a adhéré, pourra être transmise par le Conseil d’administration au gouvernement mis en cause et ce gouvernement pourra être invité à faire sur la matière telle déclaration qu’il jugera convenable.
Si aucune déclaration n’est reçue du gouvernement mis en cause dans un délai raisonnable, ou si la déclaration reçue ne paraît pas satisfaisante au Conseil d’administration, ce dernier aura le droit de rendre publique la réclamation reçue et, le cas échéant, la réponse faite.
1. Chacun des Membres pourra déposer une plainte au Bureau international du Travail contre un autre Membre qui, à son avis, n’assurerait pas d’une manière satisfaisante l’exécution d’une convention que l’un et l’autre auraient ratifiée en vertu des articles précédents.
2. Le Conseil d’administration peut, s’il le juge à propos, et avant de saisir une Commission d’enquête selon la procédure indiquée ci-après, se mettre en rapport avec le gouvernement mis en cause de la manière indiquée à l’art. 24.
3. Si le Conseil d’administration ne juge pas nécessaire de communiquer la plainte au gouvernement mis en cause, ou si cette communication ayant été faite, aucune réponse ayant satisfait le Conseil d’administration n’a été reçue dans un délai raisonnable, le Conseil pourra former une Commission d’enquête qui aura pour mission d’étudier la question soulevée et de déposer un rapport à ce sujet.
4. La même procédure pourra être engagée par le Conseil, soit d’office, soit sur la plainte d’un délégué à la Conférence.
5. Lorsqu’une question soulevée par l’application des art. 25 ou 26 viendra devant le Conseil d’administration, le gouvernement mis en cause, s’il n’a pas déjà un représentant au sein du Conseil d’administration, aura le droit de désigner un délégué pour prendre part aux délibérations du Conseil relatives à cette affaire. La date à laquelle ces discussions doivent avoir lieu sera notifiée en temps utile au gouvernement mis en cause.
Dans le cas où une plainte serait renvoyée, en vertu de l’art. 26, devant une Com-mission d’enquête, chacun des Membres, qu’il soit ou non directement intéressé à la plainte, s’engage à mettre à la disposition de la Commission toute information qui se trouverait en sa possession relativement à l’objet de la plainte.
La Commission d’enquête, après un examen approfondi de la plainte, rédigera un rapport dans lequel elle consignera ses constatations sur tous les points de fait permettant de préciser la portée de la contestation, ainsi que les recommandations qu’elle croira devoir formuler quant aux mesures à prendre pour donner satisfaction au gouvernement plaignant et quant aux délais dans lesquels ces mesures devraient être prises.
1. Le Directeur général du Bureau international du Travail communiquera le rapport de la Commission d’enquête au Conseil d’administration et à chacun des gouvernements intéressés dans le différend, et en assurera la publication.
2. Chacun des gouvernements intéressés devra signifier au Directeur général du Bureau international du Travail, dans le délai de trois mois, s’il accepte ou non les recommandations contenues dans le rapport de la Commission et, au cas où il ne les accepte pas, s’il désire soumettre le différend à la Cour internationale de Justice.
Dans le cas où l’un des Membres ne prendrait pas, relativement à une convention ou à une recommandation, les mesures prescrites aux par. 5 b), 6 b) ou 7 b) I ) de l’art. 19 tout autre Membre aura le droit d’en référer au Conseil d’administration. Au cas où le Conseil d’administration trouverait que le Membre n’a pas pris les mesures prescrites, il en fera rapport à la Conférence.
La décision de la Cour internationale de Justice concernant une plainte ou une question qui lui aurait été soumise conformément à l’art. 29 ne sera pas susceptible d’appel.
Les conclusions ou recommandations éventuelles de la Commission d’enquête pourront être confirmées, amendées ou annulées par la Cour internationale de Justice.
Si un Membre quelconque ne se conforme pas dans le délai prescrit aux recommandations éventuellement contenues soit dans le rapport de la Commission d’enquête, soit dans la décision de la Cour internationale de Justice, selon le cas, le Conseil d’administration pourra recommander à la Conférence telle mesure qui lui paraîtra opportune pour assurer l’exécution de ces recommandations.
Le gouvernement en faute peut, à tout moment, informer le Conseil d’administration qu’il a pris les mesures nécessaires pour se conformer, soit aux recommandations de la Commission d’enquête, soit à celles contenues dans la décision de la Cour internationale de Justice, et peut lui demander de bien vouloir faire constituer une Commission d’enquête chargée de vérifier ses dires. Dans ce cas, les stipulations des art. 27, 28 29, 31 et 32 s’appliqueront, et si le rapport de la Commission d’enquête ou la décision de la Cour internationale de Justice sont favorables au gouvernement qui était en faute, le Conseil d’administration devra aussitôt recommander que les mesures prises conformément à l’art. 33 soient rapportées.
1. Les Membres s’engagent à appliquer les conventions qu’ils auront ratifiées, conformément aux dispositions de la présente Constitution, aux territoires non métropolitains dont ils assurent les relations internationales, y compris tous territoires sous tutelle pour lesquels ils seraient l’autorité chargée de l’administration, à moins que les questions traitées par la convention ne rentrent dans le cadre de la compétence propre des autorités du territoire, ou que la convention ne soit rendue inapplicable par les conditions locales, ou sous réserve des modifications qui seraient nécessaires pour adapter les conventions aux conditions locales.
2. Chaque Membre qui ratifie une convention doit, dans le plus bref délai possible après sa ratification communiquer au Directeur général du Bureau international du Travail une déclaration faisant connaître, en ce qui concerne les territoires autres que ceux dont il s’agit aux par. 4 et 5 ci-dessous, dans quelle mesure il s’engage à ce que les dispositions de la convention soient appliquées, et donnant tous les renseignements prescrits par ladite convention.
3. Chaque Membre qui aura communiqué une déclaration en vertu du paragraphe précédent pourra périodiquement communiquer, conformément aux termes de la convention, une nouvelle déclaration modifiant les termes de toute déclaration antérieure et faisant connaître la situation concernant les territoires visés au paragraphe ci-dessus.
4. Lorsque les questions traitées par la convention entrent dans le cadre de la compétence propre des autorités d’un territoire non métropolitain, le Membre responsable des relations internationales de ce territoire devra communiquer dans le plus bref délai possible la convention au gouvernement dudit territoire, afin que ce gouvernement puisse promulguer une législation ou prendre d’autres mesures. Par la suite, le Membre, en accord avec le gouvernement de ce territoire, pourra communiquer au Directeur général du Bureau international du Travail une déclaration d’acceptation des obligations de la convention au nom de ce territoire.
5. Une déclaration d’acceptation des obligations d’une convention peut être communiquée au Directeur général du Bureau international du Travail.
6. L’acceptation des obligations d’une convention en vertu des par. 4 et 5 devra comporter l’acceptation, au nom du territoire intéressé, des obligations découlant des termes de la convention et des obligations qui, aux termes de la Constitution de l’Organisation, s’appliquent aux conventions ratifiées. Toute déclaration d’acceptation peut spécifier les modifications aux dispositions de la convention qui seraient nécessaires pour adapter la convention aux conditions locales.
7. Chaque Membre ou autorité internationale qui aura communiqué une déclaration en vertu des par. 4 et 5 du présent article pourra périodiquement communiquer, conformément aux termes de la convention, une nouvelle déclaration modifiant les termes de toute déclaration antérieure ou dénonçant l’acceptation des obligations de toute convention au nom du territoire intéressé.
8. Si les obligations d’une convention ne sont pas acceptées au nom d’un territoire visé par les par. 4 ou 5 du présent article, le Membre ou les Membres ou l’autorité internationale feront rapport au Directeur général du Bureau international du Travail sur la législation et la pratique de ce territoire à l’égard des questions traitées dans la convention, et le rapport montrera dans quelle mesure il aura été ou sera donné effet à toute disposition de la convention, par la législation, les mesures administratives, les contrats collectifs ou toutes autres mesures, et le rapport déclarera de plus les difficultés qui empêchent ou retardent l’acceptation de cette convention.
Les amendements à la présente Constitution adoptés par la Conférence à la majorité des deux tiers des suffrages émis par les délégués présents entreront en vigueur lorsqu’ils auront été ratifiés ou acceptés par les deux tiers des Membres de l’Organisation comprenant cinq des dix1 Membres représentés au Conseil d’administration en qualité de Membres ayant l’importance industrielle la plus considérable, conformément aux dispositions du par. 3 de l’art. 7 de la présente Constitution.
1 Nouveau nombre selon l’art. 1 de l’Instrument pour l’amendement de la Constitution de l’Organisation internationale du Travail du 25 juin 1953, en vigueur pour la Suisse depuis le 25 mai 1954 (RO 1954 581 582; FF 1953 III 132).
1. Toutes questions ou difficultés relatives à l’interprétation de la présente Constitution et des conventions ultérieurement conclues par les Membres, en vertu de ladite Constitution, seront soumises à l’appréciation de la Cour internationale de Justice.
2. Nonobstant les dispositions du par. 1 du présent article, le Conseil d’administration pourra formuler et soumettre à la Conférence pour approbation des règles pour l’institution d’un tribunal en vue du prompt règlement de toute question ou difficulté relatives à l’interprétation d’une convention, qui pourront être portées devant le tribunal par le Conseil d’administration ou conformément aux termes de ladite convention. Tous arrêts ou avis consultatifs de la Cour internationale de Justice lieront tout tribunal institué en vertu du présent paragraphe. Toute sentence prononcée par un tel tribunal sera communiquée aux Membres de l’Organisation et toute observation de ceux-ci sera présentée à la Conférence.
1. L’Organisation internationale du Travail pourra convoquer telles conférences régionales et établir telles institutions régionales qui lui paraîtront utiles pour atteindre les buts et objectifs de l’Organisation.
2. Les pouvoirs, fonctions et procédure des conférences régionales seront régis par des règles formulées par le Conseil d’administration et présentées par lui à la Conférence générale pour confirmation.
L’Organisation internationale du Travail doit posséder la personnalité juridique; elle a, notamment, la capacité:
1. L’Organisation internationale du Travail jouit, sur le territoire de chacun de ses Membres, des privilèges et immunités qui lui sont nécessaires pour atteindre ses buts.
2. Les délégués à la Conférence, les membres du Conseil d’administration ainsi que le Directeur général et les fonctionnaires du Bureau jouissent également des privilèges et immunités qui leur sont nécessaires pour exercer, en toute indépendance, leurs fonctions en rapport avec l’Organisation.
3. Ces privilèges et immunités seront précisés dans un accord séparé qui sera préparé par l’Organisation en vue de son acceptation par les Etats Membres.
La Conférence générale de l’Organisation internationale du Travail réunie à Philadelphie en sa vingt-sixième session, adopte, ce dixième jour de mai 1944, la présente Déclaration des buts et objectifs de l’Organisation internationale du Travail, ainsi que des principes dont devrait s’inspirer la politique de ses Membres.
I
La Conférence affirme à nouveau les principes fondamentaux sur lesquels est fondée l’Organisation, à savoir notamment:
II
Convaincue que l’expérience a pleinement démontré le bien-fondé de la déclaration contenue dans la Constitution de l’Organisation internationale du Travail, et d’après laquelle une paix durable ne peut être établie que sur la base de la justice sociale, la conférence affirme que:
III
La Conférence reconnaît l’obligation solennelle pour l’Organisation internationale du Travail de seconder la mise en oeuvre, parmi les différentes nations du monde, des programmes propres à réaliser:
IV
Convaincue qu’une utilisation plus complète et plus large des ressources productives du monde, nécessaire à l’accomplissement des objectifs énumérés dans la présente Déclaration, peut être assurée par une action efficace sur le plan international et national, et notamment par des mesures tendant à promouvoir l’expansion de la production et de la consommation, à éviter des fluctuations économiques graves, à réaliser l’avancement économique et social des régions dont la mise en valeur est peu avancée, à assurer une plus grande stabilité des prix mondiaux des matières premières et denrées, et à promouvoir un commerce international de volume élevé et constant, la Conférence promet l’entière collaboration de l’Organisation internationale du Travail avec tous organismes internationaux auxquels pourra être confiée une part de responsabilité dans cette grande tâche, ainsi que dans l’amélioration de la santé, de l’éducation et du bien-être de tous les peuples.
V
La Conférence affirme que les principes énoncés dans la présente Déclaration sont pleinement applicables à tous les peuples du monde, et que si, dans les modalités de leur application, il doit être dûment tenu compte du degré de développement social et économique de chaque peuple, leur application progressive aux peuples qui sont encore dépendants, aussi bien qu’à ceux qui ont atteint le stade où ils se gouvernent eux-mêmes, intéresse l’ensemble du monde civilisé.
Le texte qui précède est le texte authentique de l’instrument d’amendement à la Constitution de l’Organisation internationale du Travail, 1946, dûment adopté par la Conférence générale de l’Organisation internationale du Travail le neuf octobre mil neuf cent quarante-six, au cours de sa vingt-neuvième session, qui s’est tenue à Montréal.
Les versions française et anglaise du texte du présent instrument d’amendement font également foi.
En foi de quoi ont apposé leurs signatures, ce premier jour de novembre 1946.
Le Président de la Conférence, Humphrey Mitchell | |
Le Directeur général du Bureau international du Travail, Edward Phelan |
Membre depuis | |
Afghanistan | 1934 |
Afrique du Sud | 1919 à 1966 et depuis 1994 |
Albanie | 1920 à 1967 et depuis 1991 |
Algérie | 1962 |
Allemagne | 1919 à 1935 et depuis 1951 |
Angola | 1976 |
Antigua-et-Barbuda | 1982 |
Arabie saoudite | 1976 |
Argentine | 1919 |
Arménie | 1992 |
Australie | 1919 |
Autriche | 1919 à 1938 et depuis 1947 |
Azerbaïdjan | 1992 |
Bahamas | 1976 |
Bahreïn | 1977 |
Bangladesh | 1972 |
Barbade | 1967 |
Bélarus | 1954 |
Belgique | 1919 |
Belize | 1981 |
Bénin | 1960 |
Bhoutan | 1971 |
Bolivie | 1919 |
Bosnie et Herzégovine | 1993 |
Botswana | 1978 |
Brésil | 1919 |
Brunéi | 2007 |
Bulgarie | 1920 |
Burkina Faso | 1960 |
Burundi | 1963 |
Cambodge | 1969 |
Cameroun | 1960 |
Canada | 1919 |
Cap-Vert | 1979 |
République centrafricaine | 1960 |
Chili | 1919 |
Chine | 1919 |
Chypre | 1960 |
Colombie | 1920 |
Comores | 1978 |
Congo (Brazzaville) | 1960 |
Congo (Kinshasa) | 1960 |
Corée (Sud) | 1991 |
Costa Rica | 1920 à 1927 et depuis 1944 |
Côte d’Ivoire | 1960 |
Croatie | 1992 |
Cuba | 1919 |
Danemark | 1920 |
Djibouti | 1978 |
République dominicaine | 1924 |
Dominique | 1982 |
Egypte | 1936 |
El Salvador | 1920 à 1939 et depuis 1948 |
Emirats arabes unis | 1972 |
Equateur | 1934 |
Erythrée | 1993 |
Espagne | 1920 à 1941 et depuis 1956 |
Estonie | 1992 |
Etats-Unis d’Amérique | 1934 à 1977 et depuis 1980 |
Ethiopie | 1923 |
Fidji | 1974 |
Finlande | 1920 |
France | 1919 |
Gabon | 1960 |
Gambie | 1995 |
Géorgie | 1993 |
Ghana | 1957 |
Grèce | 1919 |
Grenade | 1979 |
Guatemala | 1919 à 1938 et depuis 1945 |
Guinée | 1959 |
Guinée-Bissau | 1977 |
Guinée équatoriale | 1981 |
Guyane | 1966 |
Haïti | 1919 |
Honduras | 1919 à 1938 et depuis 1955 |
Hongrie | 1922 |
Iles Cook | 2015 |
Iles Marshall | 3 juillet 2007 |
Iles Salomon | 1984 |
Inde | 1919 |
Indonésie | 1950 |
Irak | 1932 |
Iran | 1919 |
Irlande | 1923 |
Islande | 1945 |
Israël | 1949 |
Italie | 1919 à 1939 et depuis 1945 |
Jamaïque | 1962 |
Japon | 1919 à 1940 et depuis 1951 |
Jordanie | 1956 |
Kazakhstan | 1993 |
Kenya | 1964 |
Kirghizistan | 1992 |
Kiribati | 2000 |
Koweït | 1961 |
Laos | 1964 |
Lesotho | 1966 à 1971 et depuis 1980 |
Lettonie | 1991 |
Liban | 1948 |
Libéria | 1919 |
Libye | 1952 |
Lituanie | 1991 |
Luxembourg | 1920 |
Macédoine | 1993 |
Madagascar | 1960 |
Malaisie | 1957 |
Malawi | 1965 |
Maldives | 15 mai 2009 |
Mali | 1960 |
Malte | 1965 |
Maroc | 1956 |
Maurice | 1969 |
Mauritanie | 1961 |
Mexique | 1931 |
Moldova | 1992 |
Mongolie | 1968 |
Monténégro | 14 juillet 2006 |
Mozambique | 1976 |
Myanmar | 1948 |
Namibie | 1978 |
Népal | 1966 |
Nicaragua | 1919 à 1938 et depuis 1957 |
Niger | 1961 |
Nigéria | 1960 |
Norvège | 1919 |
Nouvelle-Zélande | 1919 |
Oman | 1994 |
Ouganda | 1963 |
Ouzbékistan | 1992 |
Pakistan | 1947 |
Palaos | 2012 |
Panama | 1919 |
Papouasie-Nouvelle-Guinée | 1976 |
Paraguay | 1919 à 1937 et depuis 1956 |
Pays-Bas | 1919 |
Pérou | 1919 |
Philippines | 1948 |
Pologne | 1919 |
Portugal | 1919 |
Qatar | 1972 |
Roumanie | 1919 à 1942 et depuis 1956 |
Royaume-Uni | 1919 |
Russie | 1934 à 1940 et depuis 1954 |
Rwanda | 1962 |
Saint-Kitts-et-Nevis | 1996 |
Sainte-Lucie | 1980 |
Saint-Marin | 1982 |
Saint-Vincent-et-les Grenadines | 1995 |
Samoa | 11 mars 2005 |
Sao Tomé-et-Principe | 1982 |
Sénégal | 1960 |
Serbie | 1919 à 1949 et depuis 1951 |
Seychelles | 1977 |
Sierra Leone | 1961 |
Singapour | 1965 |
Slovaquie | 1993 |
Slovénie | 1992 |
Somalie | 1960 |
Soudan | 1956 |
Soudan du Sud | 2012 |
Sri Lanka | 1948 |
Suède | 1919 |
Suisse | 1920 |
Surinam | 1976 |
Swaziland | 1975 |
Syrie | 1947 |
Tadjikistan | 1993 |
Tanzanie | 1962 |
Tchad | 1960 |
République tchèque | 1993 |
Thaïlande | 1919 |
Timor-Leste | 19 août 2003 |
Togo | 1960 |
Tonga | 2016 |
Trinité-et-Tobago | 1963 |
Tunisie | 1956 |
Turkménistan | 1993 |
Turquie | 1932 |
Tuvalu | 27 mai 2008 |
Ukraine | 1954 |
Uruguay | 1919 |
Vanuatu | 22 mai 2003 |
Venezuela | 1920 à 1957 et depuis 1958 |
Vietnam | 1950 à 1976 et de 1980 à 1985 et depuis 1992 |
Yémen | 1965 |
Zambie | 1964 |
Zimbabwe | 1980 |
1 RO 1948 889
2 RO 1973 1623, 1976 1526, 1981 1240, 1985 280, 2002 474, 2012 3049, 2018 3899. Une version du champ d’application mise à jour est publiée sur le site web du DFAE (www.dfae.admin.ch/traites).