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0.142.111.361

Traduzione1

Trattato di domicilio fra la Confederazione Svizzera e l’Impero Germanico

Conchiuso il 13 novembre 1909
Approvato dall’Assemblea federale il 23 giugno 19112
Istrumenti di ratificazione scambiati il 1° agosto 1911
Entrato in vigore il 1o ottobre 1911

Il Consiglio federale svizzero, in nome della Confederazione Svizzera, e Sua Maestà l’Imperatore di Germania, Re di Prussia, in nome dell’Impero Germanico,

desiderando migliorare e integrare in vari punti le disposizioni dei trattato di domicilio fra la Confederazione Svizzera e l’Impero Germanico del 31 maggio 18903,

si sono accordati di concludere a tale scopo un nuovo trattato e hanno nominato a loro plenipotenziari:

(Seguono i nomi dei plenipotenziari)

i quali, dopo essersi comunicati i loro pieni poteri trovati in buona e debita forma, hanno concordato i seguenti articoli:

Art. 1

I cittadini di ciascuna delle parti contraenti avranno il diritto di prendere stabile domicilio nel territorio dell’altra parte o di soggiornarvi in permanenza o a tempo, a condizione e fintanto che si conformino alle leggi e ai regolamenti di polizia del paese.

Per poter far valere questo diritto essi dovranno essere forniti di un certificato d’origine valido.

Ciascuna delle parti contraenti indicherà all’altra le autorità competenti a rilasciare i certificati d’origine e a riconoscere la nazionalità dei suoi cittadini.

Art. 2

Le disposizioni dell’articolo 1 non menomano punto il diritto che ha ciascuna delle parti contraenti di vietare il domicilio o il soggiorno ai cittadini dell’altra parte, sia in virtù di una sentenza penale, sia per ragioni concernenti la sicurezza interna o esterna dello Stato, sia in generale per motivi di polizia, e specialmente per motivi inerenti alla polizia sanitaria, alla polizia dei costumi e alla polizia dei poveri.

Art. 3

Ciascuna delle parti contraenti si riserva il diritto di vietare il domicilio o il soggiorno nel suo territorio ai cittadini dell’altra parte che erano in origine suoi nazionali e che hanno perduta la nazionalità originaria prima di avere adempito i loro obblighi militari. Però non si farà uso di questo diritto quando, esaminate le circostanze, risulti che il cambiamento della nazionalità è avvenuto in buona fede e non allo scopo di eludere gli obblighi militari.

Art. 4

I cittadini di ciascuna delle parti contraenti che si sono domiciliati o soggiornano nel territorio dell’altra parte, restano soggetti alle leggi del loro paese d’origine concernenti l’obbligo militare o le prestazioni imposte in compenso del servizio militare e non possono essere obbligati nell’altro paese nè a un servizio militare personale di qualunque genere, nè a una prestazione in compenso di questo servizio.

Art. 5

In caso di guerra o di espropriazione per causa di pubblica utilità, i cittadini di ciascuna delle parti contraenti che si sono domiciliati o soggiornano nel territorio dell’altra parte, saranno parificati ai nazionali per quanto concerne le indennità.

Art. 61

Ciascuna delle due parti contraenti si obbliga a provvedere che, nel suo territorio, i cittadini dell’altra parte bisognosi d’aiuto ricevano il mantenimento e l’assistenza medica secondo le norme in vigore per i propri cittadini nel luogo di soggiorno degli assistiti, fintanto che il loro ritorno in patria possa farsi senza pregiudizio della loro salute o della salute altrui.

Non potrà essere chiesto il rimborso delle spese occorse per il mantenimento, l’assistenza medica o la sepoltura di tali persone nè alla parte contraente di cui l’assistito è cittadino, nè alle corporazioni o casse pubbliche di essa parte.

Nel caso che l’assistito medesimo o altre persone a ciò obbligate secondo i principi del diritto privato, siano in grado di rimborsare le dette spese, resta salvo il diritto di esiger da loro il rimborso. Le parti contraenti si promettono reciprocamente il loro appoggio, entro i limiti della loro legislazione, per far valere questo diritto.


1 Vedi anche la conv. dei 14 lug. 1952 tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica federale di Germania concernente l’assistenza agli indigenti (RS 0.854.913.61/.611) e il tratt. del 19 mar. 1943 fra la Svizzera e il Reich Germanico che regola l’assistenza delle donne sole (RS 0.854.913.62).

Art. 7

I cittadini di ciascuna delle parti contraenti che sono domiciliati o soggiornano nel territorio dell’altra parte e ne vengono espulsi in virtù dell’articolo 2 o dell’articolo 3, devono, a richiesta dello Stato che li espelle, essere ricevuti in qualunque tempo, insieme colla loro famiglia, nel loro paese di origine.

Lo stesso vale per gli ex cittadini di ciascuna delle parti contraenti, fintanto che non sieno divenuti cittadini dell’altra parte o di uno Stato terzo.

Insieme coll’espulso si riceveranno anche la sua moglie e i figli minorenni che vivono con lui in comunione domestica, anche se non posseggono nè abbiano mai posseduto la nazionalità dello Stato che li riceve, purchè non sieno divenuti cittadini dell’altra parte contraente o di uno Stato terzo.

Art. 8

Nei casi contemplati dall’articolo 7 spetta alla parte che pronuncia l’espulsione il decidere se ricorrono gli estremi richiesti dagli articoli 2 o 3 per l’espulsione.

Art. 9

Se il domicilio è stato concesso in virtù di un certificato d’origine, lo Stato le cui autorità hanno emesso il certificato non può negarsi a ricevere il titolare del certificato e i membri della sua famiglia ivi menzionati, allegando che essi non possedevano, al momento in cui fu fatta l’inserizione, la nazionalità che è loro attribuita dal certificato.

Art. 10

Le persone espulse non possono essere tradotte nel territorio dell’altra Parte se non in virtù di una procedura di ricevimento (articoli 11 a 16).

Art. 11

La traduzione di persone espulse in conformità degli articoli 2 o 3 avrà luogo in base a carteggio scambiato direttamente fra l’autorità che ordina l’espulsione (o il rimpatrio) e l’autorità dei paese d’origine dell’espulso, competente a riconoscere la sua nazionalità.

Riconosciuto l’obbligo di ricevere l’espulso, questo sarà, previo avviso dato in tempo utile, ricevuto dall’autorità di confine dei paese d’origine verso consegna dell’originale o di una copia autentica dell’atto che riconosce l’obbligo di riceverlo.

Art. 12

Non è necessario un carteggio preliminare, e l’espulso deve essere, senza altra formalità, ricevuto dalle autorità di confine, quando sia provvisto di un certificato d’origine valido o di altri documenti validi che saranno più precisamente designati dalle parti contraenti mediante scambio di note, o quando, a giudizio dell’autorità di confine che procede al ricevimento, la nazionalità presente o anteriore dell’espulso è comecchessia stabilita senza alcun dubbio.

Le disposizioni del capoverso precedente non sono applicabili quando si tratti del ricevimento di persone che per la loro età giovanile, o per infermità, o per malattia si trovano in miseria, o del ricevimento di donne isolate in compagnia di bambini. In tali casi si procederà secondo le disposizioni dell’articolo 11.

Art. 13

L’intervento diplomatico non ha luogo se non quando ragioni particolari sembrino opporsi al carteggio diretto, e specialmente quando regni incertezza circa l’autorità competente del paese d’origine, o quando la differenza delle lingue sia d’ostacolo a un’intesa diretta, o se col carteggio diretto non si è potuto ottenere il riconoscimento dell’obbligo di ricevere l’espulso, e la parte che ha decretato l’espulsione non se ne contenta, o se la decisione dell’autorità che ha ricevuto l’espulso non è approvata dal Governo del paese d’origine.

Art. 14

Le parti contraenti si metteranno d’accordo, mediante uno scambio di note, sulle norme da osservare pel ricevimento degli espulsi, e specialmente sulle zone e i luoghi di frontiera dove questi ricevimenti devono aver luogo.

Art. 15

Le due parti contraenti si obbligano a dare alle loro autorità le istruzioni necessarie affinchè tutte le domande di ricevimento siano liquidate al più presto, nonchè ad aiutarsi scambievolmente, per quanto sarà possibile, nello stabilire la nazionalità delle persone espulse dall’una o l’altra delle parti.

Il ricevimento non può essere negato o ritardato pel motivo che le autorità dei paese d’origine sono nell’incertezza circa il domicilio d’assistenza o circa il comune d’origine dell’espulso.

Art. 16

Le spese occorse per il trasporto degli espulsi fino al luogo di ricevimento sono a carico della parte che decreta l’espulsione. Le disposizioni dell’articolo 6 capoverso 3 sono applicabili per analogia.

Art. 171

Ciascuna delle parti contraenti ha il diritto di respingere immediatamente nel territorio dell’altra, senza seguire la procedura di ricevimento prevista negli articoli 11 a 16 i cittadini dell’altra parte ai quali il domicilio o il soggiorno può essere vietato in conformità degli articoli 2 o 3 o persone che non appartengono nè all’una parte nè all’altra, quando siano arrivati direttamente dal territorio dell’una delle parti contraenti in quello dell’altra per strada ferrata o per un servizio di battelli, e siano fermati alla prima stazione del treno o del battello subito dopo il loro arrivo.


1 Vedi anche la dichiarazione del 15 ott. 1916 tra la Svizzera e l’Impero Germanico relativa alla riaccettazione delle persone sprovviste di carte di legittimazione (RS 0.142.111.361.1) e l’acc. del 25 ott. 1954 tra il Consiglio federale svizzero e il Governo della Repubblica federale di Germania concernente la riaccettazione di persone al confine (RS 0.142.111.369).

Art. 18

Ciascuna delle parti si obbliga a ricevere, previa procedura di ricevimento, le persone che si trovano in miseria a ragione della loro età giovanile o per effetto d’infermità o malattia, e che non appartengono nè abbiano prima appartenuto a nessuna delle due parti, quando sul territorio dell’una delle parti queste persone abbiano dovuto essere ricoverate in uno stabilimento a causa del loro stato e ne siano fuggite rifugiandosi nel territorio dell’altra parte contraente. Quest’obbligo non sussiste però che se la domanda di ricevimento è presentata entro sei mesi dal giorno della fuga.

Art. 19

Ciascuna delle parti contraenti si obbliga di trasportare, a domanda dell’altra, attraverso il suo territorio nel loro paese d’origine i cittadini o ex—cittadini di uno Stato terzo che soggiornano nel territorio dell’altra parte contraente e ne vengono espulsi, a condizione che la domanda contenga la dichiarazione che lo Stato che decreta l’espulsione rimborserà le spese del trasporto e che lo Stato terzo è pronto a ricevere l’espulso.

Il capoverso precedente non deroga alle disposizioni del trattato di estradizione del 24 gennaio 18741 fra la Svizzera e la Germania relative al transito delle persone estradate.


1 [RS 12 106]. Sostituito dalla Conv. europea di estradizione del 13 dic. 1957 (RS 0.353.1) e dall’Acc. del 13 nov. 1969 tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica federale di Germania che completa la Conv. europea di estradizione del 13 dic. 1957 e ne agevola l’applicazione (RS 0.353.913.61).

Art. 20

Il presente trattato non è applicabile alle colonie dell’Impero Germanico.

Art. 21

Il presente trattato sarà ratificato e le ratificazioni saranno scambiate il più presto possibile.

Esso sostituisce il trattato di domicilio dei 31 maggio 18901 fra la Confederazione Svizzera e l’Impero Germanico, come pure le convenzioni ad esso relative.

Il presente trattato entra in vigore due mesi dopo lo scambio delle ratificazioni e resterà valido per la durata di cinque anni.

Se l’una o l’altra delle parti contraenti non lo denunzia un anno prima della scadenza di questo periodo quinquennale, esso continua ad aver vigore fino a che sia spirato un anno dal giorno in cui l’una o l’altra delle parti contraenti l’avrà denunziato2.

In fede di che, i plenipotenziari hanno firmato il presente trattato e vi hanno apposto i loro sigilli.

Fatto in doppio originale a Berna il tredici di novembre del milienovecentonove.


1 [RU 11 515]
2 Il tratt. è stato disdetto dalla Svizzera per il 10 apr. 1920, ma per intesa vicendevole, resta tacitamente in vigore di sei mesi in sei mesi (FF 1920 II 62 e segg. ediz. ted. 227 ediz. franc.).

Brenner


CS 11 620; FF 1911 I 263 IV 153 ediz. ted., 1327 IV 171 ediz. franc.


1 Il testo originale è pubblicato sotto lo stesso numero nell’ediz. ted. della presente Raccolta.2 RU 27 7013 [RU 11 515]


Kriege

v. Wichert

Dammann

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0.142.111.361

Traduction1

Traité d’établissement entre la Confédération suisse et l’Empire allemand

Conclu le 13 novembre 1909

Approuvé par l’Assemblée fédérale le 23 juin 19112

Instruments de ratification échangés le 1er août 1911

Entré en vigueur le1er octobre 1911

(Etat le 1er octobre 1911)

Le Conseil fédéral suisse, agissant au nom de la Confédération suisse, et Sa Majesté l’Empereur d’Allemagne, Roi de Prusse, agissant au nom de l’Empire allemand,

désirant améliorer et compléter sur divers points les dispositions du traité d’établissement entre la Confédération suisse et l’Empire allemand, du 31 mai 18903,

sont convenus de conclure à cet effet un nouveau traité et ont nommé pour leurs plénipotentiaires, savoir:

(Suivent les noms des plénipotentiaires)

lesquels, après s’être communiqué leurs pleins pouvoirs trouvés en bonne et due forme,

sont convenus des articles suivants:

Art. 1

Les ressortissants de chacune des parties contractantes auront le droit de s’établir en permanence sur le territoire de l’autre partie ou d’y séjourner à demeure ou temporairement, à condition et aussi longtemps qu’ils se conformeront aux lois et aux règlements de police du pays.

Pour pouvoir invoquer ce droit, ils devront être munis d’un certificat d’origine valable.

Chacune des parties contractantes indiquera à l’autre les autorités compétentes pour délivrer des certificats d’origine et reconnaître la nationalité de ses ressortissants.

Art. 2

Les dispositions de l’article 1 ne portent aucune atteinte au droit appartenant à chacune des parties contractantes d’interdire l’établissement ou le séjour aux ressortissants de l’autre partie, soit en vertu d’un jugement pénal, soit pour des motifs tirés de la sécurité intérieure ou extérieure de l’Etat, soit encore pour d’autres motifs de police, en particulier pour des motifs se rapportant à la police sanitaire, à la police des moeurs ou à la police des pauvres.

Art. 3

Chacune des parties contractantes se réserve le droit d’interdire l’établissement ou le séjour sur son territoire à ses anciens ressortissants naturalisés par l’autre partie et qui ont perdu leur nationalité primitive avant de s’être acquittés de leurs obligations militaires. Il ne sera cependant pas fait usage de ce droit, lorsqu’il résultera des circonstances que le changement de nationalité a eu lieu de bonne foi, et non dans le but d’éluder les obligations militaires.

Art. 4

Les ressortissants de chacune des parties contractantes établis ou en séjour sur le territoire de l’autre, restent soumis aux lois de leur pays d’origine concernant le service militaire ou les prestations imposées par compensation pour le service personnel; ils ne pourront être astreints dans l’autre pays ni à un service militaire quelconque, ni à une prestation imposée par compensation pour le service personnel.

Art. 5

En cas de guerre ou d’expropriation pour cause d’utilité publique, les ressortissants de chacune des parties contractantes qui sont établis ou en séjour sur le territoire de l’autre partie, seront assimilés aux nationaux en ce qui concerne les indemnités.

Art. 61

Chacune des deux parties contractantes s’engage à pourvoir à ce que, sur son territoire, les ressortissants de l’autre partie qui ont besoin d’être secourus reçoivent l’entretien et l’assistance médicale conformément aux règles en vigueur pour les propres ressortissants au lieu de séjour dés assistés, jusqu’à ce que leur retour dans l’Etat d’origine puisse se faire sans danger pour leur santé ou celle d’autres personnes.

La bonification des frais d’entretien et d’assistance médicale, ainsi que de ceux résultant de l’inhumation des assistés, ne pourra être réclamée ni de la partie contractante à laquelle appartient l’assisté, ni de ses corporations ou caisses publiques.

Si l’assisté lui-même ou d’autres personnes obligées au paiement de ces frais en vertu des règles du droit privé sont en état de s’acquitter de cette obligation, le droit d’exiger le remboursement demeure réservé. Pour la réalisation de ces créances les parties contractantes se promettent réciproquement leurs bons offices dans les limites de leur législation respective.


1 Voir en outre la Conv. du 14 juil. 1952 entre la Suisse et l’Allemagne concernant l’assistance des indigents (RS 0.854.913.61, 0.854.913.611) et le Tr. du 19 mars 1943 entre la Suisse et l’Allemagne réglant l’assistance des femmes seules (RS 0.854.913.62).

Art. 7

Les ressortissants de chacune des parties contractantes qui sont établis ou en séjour sur le territoire de l’autre et qui en sont expulsés en vertu des art. 2 ou 3 seront, à la demande de l’Etat qui les renvoie, reçus en tout temps, eux et leur famille, dans leur pays d’origine.

Cette règle s’appliquera également aux anciens ressortissants de chacune des parties contractantes, aussi longtemps qu’ils ne seront pas devenus ressortissants de l’autre partie ou d’un Etat tiers.

Avec l’expulsé seront reçus sa femme et les enfants mineurs vivant dans son ménage, même s’ils ne possèdent pas ni n’ont jamais possédé la nationalité de l’Etat appelé à les recevoir, pourvu qu’ils ne soient pas devenus ressortissants de l’autre partie ou d’un Etat tiers.

Art. 8

Dans les cas de l’art. 7, il appartient à la partie qui prononce le renvoi de décider si les conditions légitimant l’expulsion existent à teneur des art. 2 ou 3 du présent traité.

Art. 9

Si l’établissement a été accordé en vertu d’un acte d’origine, l’Etat dont les autorités ont délivré l’acte ne pourra se refuser à recevoir le titulaire de l’acte et les membres de sa famille y mentionnés, en alléguant qu’ils ne possédaient pas, au moment où l’inscription a été faite, la nationalité que l’acte leur attribue.

Art. 10

Les personnes expulsées ne pourront être renvoyées dans le territoire de l’autre partie contractante qu’en observant les formalités prévues par le présent traité (voir les art. 11 à 16).

Art. 11

Le renvoi des personnes expulsées conformément aux art. 2 ou 3 se fera ensuite d’une correspondance échangée directement entre l’autorité ordonnant l’expulsion (soit le repatriement) et l’autorité du pays d’origine de l’expulsé compétente pour reconnaître sa nationalité.

L’obligation de recevoir l’expulsé reconnue, celui-ci sera, après avertissement préalable donné à temps, reçu par l’autorité-frontière du pays d’origine contre remise de l’original ou d’une copie certifiée conforme de l’acte reconnaissant l’obligation de le recevoir.

Art. 12

Une correspondance préalable ne sera pas exigée et l’expulsé sera reçu par les autorités du service de frontière sans autre formalité, s’il est muni d’un acte d’origine valable, ou d’autres papiers valables que les parties contractantes se réservent de désigner par un échange de notes, ou si, de l’avis de l’autorité-frontière procédant à la réception, la nationalité actuelle ou antérieure de l’expulsé paraît indubitablement établie par d’autres indices.

Les dispositions de l’alinéa précédent ne s’appliquent pas à la réception de personnes qui se trouvent dans le dénûment à raison de leur jeune âge ou par suite d’infirmité ou de maladie, de même que lorsqu’il s’agit de femmes isolées accompagnées d’enfants. Dans ces cas, les dispositions de l’art. 11 seront seules applicables.

Art. 13

Il n’y a lieu à intervention diplomatique que si des raisons particulières paraissent s’opposer à la correspondance directe, en particulier lorsqu’il y a incertitude sur l’autorité compétente du pays d’origine, ou si la différence des langues fait obstacle à une entente directe, ou quand, la correspondance directe n’ayant pas abouti, la partie qui expulse n’accepte pas le refus, ou encore si la décision de l’autorité qui a reçu l’expulsé n’est pas approuvée par le gouvernement du pays d’origine.

Art. 14

Les parties contractantes s’entendront par un échange de notes sur les règles à observer pour la réception d’expulsés et en particulier sur les zones et les localités de frontière où ces réceptions devront avoir lieu.

Art. 15

Les deux parties contractantes s’engagent à donner à leurs autorités des instructions assurant la prompte solution de toutes les demandes de réception, de même qu’à se seconder mutuellement, autant que faire se pourra, aux fins d’établir la nationalité des personnes expulsées par l’une ou l’autre des parties.

La réception ne peut être refusée ou retardée pour la raison que les autorités du pays d’origine sont dans l’incertitude sur le domicile d’assistance ou sur la commune d’origine de l’expulsé.

Art. 16

Les frais du transport des expulsés au lieu où il est procédé à leur réception sont à la charge de la partie qui expulse. Les dispositions de l’al. 3 de l’art. 6 s’appliquent par analogie.

Art. 171

Chacune des parties contractantes a le droit de refouler immédiatement dans le territoire de l’autre, sans suivre la procédure de réception prévue aux art. 11 à 16, les personnes ressortissant à l’autre partie auxquelles l’établissement ou le séjour peut être interdit à teneur des art. 2 ou 3, de même que celles qui n’appartiennent ni à l’une ni à l’autre des parties, lorsque lesdites personnes ont pénétré directement du territoire de l’une des parties contractantes dans celui de l’autre par le chemin de fer ou par un service de bateaux, et qu’elles sont arrêtées à la première station du train ou du bateau immédiatement après leur arrivée.


1 Voir en outre la Décl. du 15 oct. 1916 entre la Suisse et l’Allemagne concernant la reprise des personnes sans papiers (RS 0.142.111.361.1) et l’Ac. du 25 oct. 1954 entre la Suisse et l’Allemagne concernant la reprise de personnes à la frontière (RS 0.142.111.369).

Art. 18

Chacune des parties s’engage à recevoir, après procédure de réception, les personnes qui se trouvent dans le dénuement à raison de leur jeune âge ou par suite d’infirmité ou de maladie et qui n’appartiennent ou n’ont appartenu1 ni à l’une ni à l’autre des parties, quand sur le territoire de l’une des parties ces personnes ont dû être internées dans un établissement à cause de leur état et se sont soustraites à l’internement en se réfugiant sur le territoire de l’autre partie contractante. Cette obligation ne subsiste cependant que si la demande de réception est faite dans les six mois après la fuite.


1 Rectification de la traduction française publiée dans le RO.

Art. 19

Chacune des parties contractantes s’engage à transporter, à la demande de l’autre, par son territoire dans leur pays d’origine les ressortissants ou anciens ressortissants d’un Etat tiers qui séjournent sur le territoire de l’autre partie contractante et en sont expulsés, à condition que la demande renferme la déclaration que l’Etat qui expulse remboursera les frais du transport et que l’Etat d’origine de l’expulsé est prêt à recevoir celui-ci.

L’alinéa précédent ne porte pas atteinte aux dispositions concernant le transit de personnes extradées, dispositions contenues dans le traité d’extradition entre la Suisse et l’Empire allemand du 24 janvier 18741.


1 [RS 12 57]. Remplacé par la Conv. européenne d’extradition du 13 déc. 1957 (RS 0.353.1) et par l’Ac. du 13 nov. 1969 entre la Suisse et l’Allemagne en vue de compléter la Conv. européenne d’extradition du 13 déc. 1957 et de faciliter son application (RS 0.353.913.61).

Art. 20

Le présent traité n’est pas applicable aux colonies de l’Empire allemand.

Art. 21

Le présent traité sera ratifié et les ratifications seront échangées aussitôt que faire se pourra.

Il remplacera le traité d’établissement entre la Confédération suisse et l’Empire allemand du 31 mai 18901, ainsi que les conventions complémentaires.

Le présent traité entrera en vigueur deux mois après l’échange des ratifications et sera valable pendant cinq ans.

S’il n’est pas dénoncé par l’une des parties contractantes un an avant la fin de la période de cinq ans, il demeurera en vigueur jusqu’à l’expiration d’une année à partir du jour où l’une ou l’autre des parties contractantes l’aura dénoncé2.

En foi de quoi, les plénipotentiaires ont signé le présent traité et y ont apposé leurs sceaux.

Fait en double à Berne le treize novembre mil neuf cent neuf.

Brenner

Kriege v. Wichert Dammann


1 [RO 11 472]
2 Le traité a été dénoncé par la Suisse pour le 10 avril 1920, mais il reste, après entente réciproque, tacitement en vigueur de six mois en six mois (FF 1920 II 227).


 RS 11 560; FF 1911 I 327 IV 171


1 Texte original allemand.2 RO 27 6753 [RO 11 472]


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