Diritto internazionale 0.8 Sanità - Lavoro - Sicurezza sociale 0.81 Sanità
Droit international 0.8 Santé - Travail - Sécurité sociale 0.81 Santé

0.814.05 Convenzione di Basilea del 22 marzo 1989 sul controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione (con All.)

0.814.05 Convention de Bâle du 22 mars 1989 sur le contrôle des mouvements transfrontières de déchets dangereux et de leur élimination (avec annexes)

Index Inverser les langues Précédent Suivant
Index Inverser les langues

Preambolo

Preambolo

Le Parti alla presente Convenzione,

coscienti dei danni che i rifiuti pericolosi e altri rifiuti nonché i movimenti oltre frontiera di tali rifiuti rischiano di causare alla salute umana e all’ambiente;

consce della minaccia crescente che rappresentano per la salute umana e l’ambiente la sempre maggiore complessità e lo sviluppo della produzione dei rifiuti pericolosi e di altri rifiuti nonché i loro movimenti oltre frontiera;

consce ugualmente del fatto che il modo più efficace per proteggere la salute umana e l’ambiente dai pericoli che rappresentano tali rifiuti consiste nel ridurre al minimo la loro produzione dal punto di vista della quantità e/o del pericolo potenziale;

convinte che gli Stati dovrebbero prendere le misure necessarie per fare in modo che la gestione dei rifiuti pericolosi e di altri rifiuti, compresi i loro movimenti oltre frontiera e la loro eliminazione, sia compatibile con la protezione della salute umana e dell’ambiente, qualunque sia il luogo nel quale tali rifiuti vengono eliminati;

fatto notare che gli Stati dovrebbero provvedere affinché il produttore adempia gli obblighi relativi al trasporto e all’eliminazione dei rifiuti pericolosi e di altri rifiuti in un modo che sia compatibile con la protezione dell’ambiente, qualunque sia il luogo nel quale tali rifiuti vengono eliminati;

riconosciuto pienamente ad ogni Stato il diritto sovrano di vietare l’entrata o l’eliminazione, sul suo territorio, di rifiuti pericolosi e di altri rifiuti provenienti dall’estero;

riconosciuta parimenti la crescente tendenza a voler vietare i movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e la loro eliminazione in altri Stati, in particolare nei Paesi in via di sviluppo;

riconosciuto che i movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi, specie verso i Paesi in sviluppo, presentano un elevato rischio di non costituire una gestione ecologicamente razionale dei rifiuti pericolosi, come richiede la presente Convenzione,1

convinte che i rifiuti pericolosi e altri rifiuti, nella misura in cui ciò è compatibile con una gestione ecologicamente razionale ed efficace, dovrebbero venir eliminati nello Stato in cui sono stati prodotti;

convinte parimenti che i movimenti oltre frontiera di tali rifiuti, dallo Stato di produzione verso qualsiasi altro Stato, dovrebbero essere autorizzati soltanto se sono effettuati in condizioni che non comportano alcun pericolo per la salute umana e per l’ambiente e in modo conforme alle disposizioni della presente Convenzione;

fiduciose che il controllo più severo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e di altri rifiuti favorirà una gestione ecologicamente razionale di tali rifiuti e una riduzione del volume dei movimenti oltre frontiera corrispondenti;

convinte che gli Stati dovrebbero prendere misure per garantire uno scambio adeguato di informazioni e un controllo effettivo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e di altri rifiuti, sia in entrata che in uscita;

notato che un certo numero di accordi internazionali e regionali concernono la questione della protezione e della salvaguardia dell’ambiente quando c’è transito di merci pericolose;

tenuto conto della Dichiarazione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente (Stoccolma, 1972), delle Linee direttive e Principi del Cairo concernenti la gestione ecologicamente razionale dei rifiuti pericolosi, adottati dal Consiglio d’amministrazione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (PNUE) con la sua decisione 14/30 del 17 giugno 1987, delle raccomandazioni del Comitato di esperti delle Nazioni Unite in materia di trasporto di merci pericolose (formulate nel 1957 e aggiornate ogni due anni), delle raccomandazioni, dichiarazioni, strumenti e regolamenti pertinenti adottati nel quadro del sistema delle Nazioni Unite nonché dei lavori e degli studi effettuati da altre organizzazioni internazionali e regionali;

ligie allo spirito, ai principi, agli scopi e alle funzioni della Carta mondiale della natura che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione della sua trentesima sessione (1982) ha adottato come norma etica per la protezione dell’ambiente umano e la conservazione delle risorse naturali;

ribadito che gli Stati sono tenuti ad adempire i loro obblighi internazionali in materia di protezione della salute umana e di protezione e salvaguardia dell’ambiente e ne portano la responsabilità conformemente al diritto internazionale;

consapevoli che in caso di grave violazione delle disposizioni della presente Convenzione o di un protocollo ad essa relativo saranno applicate le pertinenti disposizioni del diritto internazionale dei trattati;

riconosciuta la necessità di continuare a mettere a punto e ad applicare tecniche poco inquinanti ed ecologicamente razionali, misure di riciclaggio e sistemi adeguati di trattamento e di gestione allo scopo di ridurre al minimo la produzione di rifiuti pericolosi e di altri rifiuti;

coscienti che la comunità internazionale è sempre più preoccupata dalla necessità di controllare severamente i movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e di altri rifiuti e dalla necessità di ridurre, nella misura del possibile, tali movimenti al minimo;

preoccupate dal problema del traffico illecito oltre frontiera di rifiuti pericolosi e di altri rifiuti;

considerato che i Paesi in via di sviluppo dispongono di una capacità limitata di gestione dei rifiuti pericolosi e di altri rifiuti;

ribadito che è necessario promuovere il trasferimento, soprattutto verso i Paesi in via di sviluppo, di tecniche destinate ad assicurare una gestione razionale dei rifiuti pericolosi e di altri rifiuti prodotti localmente, nello spirito delle Linee direttive del Cairo e della decisione 14/16 del Consiglio d’amministrazione del PNUE sul promovimento del trasferimento delle tecniche di protezione dell’ambiente;

ribadito parimenti che i rifiuti pericolosi e altri rifiuti dovrebbero essere trasportati conformemente alle convenzioni e raccomandazioni internazionali in materia;

convinte che i movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e di altri rifiuti dovrebbero essere autorizzati soltanto se il trasporto e l’eliminazione finale di tali rifiuti sono ecologicamente razionali;

decise a proteggere, mediante un controllo severo, la salute umana e l’ambiente contro gli effetti nocivi che possono essere causati dalla produzione e dalla gestione dei rifiuti pericolosi e di altri rifiuti,

convengono quanto segue:

1 Introdotto dalla Dec. III/1 della 3a Conferenza delle Parti il 22 set. 1995, in vigore per la Svizzera dal 5 dic. 2019 (RU 2020 4727).

Préambule

Préambule

Les Parties à la présente Convention,

conscientes des dommages que les déchets dangereux et d’autres déchets ainsi que les mouvements transfrontières de ces déchets risquent de causer à la santé humaine et à l’environnement,

ayant présente à l’esprit la menace croissante que représentent pour la santé humaine et l’environnement la complexité grandissante et le développement de la production de déchets dangereux et d’autres déchets et leurs mouvements transfrontières,

ayant également présent à l’esprit le fait que la manière la plus efficace de protéger la santé humaine et l’environnement des dangers que représentent ces déchets consiste à réduire leur production au minimum du point de vue de la quantité et/ou du danger potentiel,

convaincues que les États devraient prendre les mesures nécessaires pour faire en sorte que la gestion des déchets dangereux et d’autres déchets, y compris leurs mouvements transfrontières et leur élimination, soit compatible avec la protection de la santé humaine et de l’environnement, quel que soit le lieu où ces déchets sont éliminés,

notant que les États devraient veiller à ce que le producteur s’acquitte des obligations ayant trait au transport et à l’élimination des déchets dangereux et d’autres déchets d’une manière qui soit compatible avec la protection de l’environnement, quel que soit le lieu où ils sont éliminés,

reconnaissant pleinement que tout État possède le droit souverain d’interdire l’entrée ou l’élimination de déchets dangereux et d’autres déchets d’origine étrangère sur son territoire,

reconnaissant également le sentiment croissant favorable à l’interdiction des mouvements transfrontières de déchets dangereux et de leur élimination dans d’autres États, en particulier dans les pays en développement,

conscientes que les mouvements transfrontières de déchets dangereux, en particulier  à destination des pays en développement, risquent fort de ne pas constituer une gestion écologiquement rationnelle de ces déchets, comme l’exige la présente Convention,1

convaincues que les déchets dangereux et d’autres déchets devraient, dans toute la mesure où cela est compatible avec une gestion écologiquement rationnelle et efficace, être éliminés dans l’État où ils ont été produits,

conscientes également que les mouvements transfrontières de ces déchets de l’État de leur production vers tout autre État ne devraient être autorisés que lorsqu’ils sont réalisés dans des conditions ne présentant aucun danger pour la santé humaine et l’environnement et conformes aux dispositions de la présente Convention,

considérant que le contrôle accru des mouvements transfrontières de déchets dangereux et d’autres déchets encouragera une gestion écologiquement rationnelle de ces déchets et une réduction du volume des mouvements transfrontières correspondants,

convaincues que les États devraient prendre des mesures pour assurer un échange approprié d’informations et un contrôle effectif des mouvements transfrontières de déchets dangereux et d’autres déchets en provenance et à destination de ces États,

notant qu’un certain nombre d’accords internationaux et régionaux ont porté sur la question de la protection et de la préservation de l’environnement lorsqu’il y a transit de marchandises dangereuses,

tenant compte de la Déclaration de la Conférence des Nations Unies sur l’environnement (Stockholm, 1972), des Lignes directrices et Principes du Caire concernant la gestion écologiquement rationnelle des déchets dangereux, adoptés par le Conseil d’administration du Programme des Nations Unies pour l’environnement (PNUE) par sa décision 14/30 du 17 juin 1987, des recommandations du Comité d’experts des Nations Unies en matière de transport des marchandises dangereuses (formulées en 1957 et mises à jour tous les deux ans), des recommandations, déclarations, instruments et règlements pertinents adoptés dans le cadre du système des Nations Unies ainsi que des travaux et études effectués par d’autres organisations internationales et régionales,

conscientes de l’esprit, des principes, des buts et des fonctions de la Charte mondiale de la nature adoptée par l’Assemblée générale des Nations Unies à sa trente-septième session (1982) en tant que règle d’éthique concernant la protection de l’environnement humain et la conservation des ressources naturelles,

affirmant que les États sont tenus de s’acquitter de leurs obligations internationales concernant la protection de la santé humaine ainsi que la protection et la sauvegarde de l’environnement et sont responsables à cet égard conformément au droit international,

reconnaissant que, dans le cas d’une violation substantielle des dispositions de la présente Convention ou de tout protocole y relatif, les dispositions pertinentes du droit international des traités s’appliqueront,

conscientes que la nécessité de continuer à mettre au point et à appliquer des techniques peu polluantes et écologiquement rationnelles, des mesures de recyclage et des systèmes appropriés de maintenance et de gestion en vue de réduire au minimum la production de déchets dangereux et d’autres déchets,

conscientes également du fait que la communauté internationale est de plus en plus préoccupée par la nécessité de contrôler rigoureusement les mouvements transfrontières de déchets dangereux et d’autres déchets et par la nécessité de réduire dans la mesure du possible ces mouvements au minimum,

préoccupées par le problème du trafic transfrontière illicite de déchets dangereux, et d’autres déchets,

tenant compte aussi de ce que les pays en développement n’ont que des capacités limitées de gestion des déchets dangereux et d’autres déchets,

reconnaissant qu’il est nécessaire de promouvoir le transfert, surtout vers les pays en développement, de techniques destinées à assurer une gestion rationnelle des déchets dangereux et d’autres déchets produits localement, dans l’esprit des Lignes directrices du Caire et de la décision 14/16 du Conseil d’administration du PNUE sur la promotion du transfert des techniques de protection de l’environnement,

reconnaissant également que les déchets dangereux et d’autres déchets devraient être transportés conformément aux conventions et recommandations internationales pertinentes,

convaincues également que les mouvements transfrontières de déchets dangereux et d’autres déchets ne devraient être autorisés que si le transport et l’élimination finale de ces déchets sont écologiquement rationnels,

déterminées à protéger par un contrôle strict la santé humaine et l’environnement contre les effets nocifs qui peuvent résulter de la production et de la gestion des déchets dangereux et d’autres déchets,

sont convenues de ce qui suit:

1 Introduit par la D III/1 de la 3e réunion de la Conférence des Parties du 22 sept. 1995, en vigueur pour la Suisse depuis le 5 déc. 2019 (RO 2020 4727).

 

Il presente documento non è una pubblicazione ufficiale. Fa unicamente fede la pubblicazione della Cancelleria federale. Ordinanza sulle pubblicazioni ufficiali, OPubl.
Ceci n’est pas une publication officielle. Seule la publication opérée par la Chancellerie fédérale fait foi. Ordonnance sur les publications officielles, OPubl.