Diritto internazionale 0.3 Diritto penale - Assistenza giudiziaria 0.31 Repressione di taluni reati
Droit international 0.3 Droit pénal - Entraide 0.31 Répression de certains délits

0.311.43 Convenzione del 23 novembre 2001 sulla cibercriminalità

0.311.43 Convention du 23 novembre 2001 sur la cybercriminalité

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Preambolo

Preambolo

Gli Stati membri del Consiglio d’Europa
e
gli altri Stati firmatari,

considerando che l’obiettivo del Consiglio d’Europa è quello di rafforzare il legame fra i propri membri;

riconoscendo l’interesse a intensificare la collaborazione con gli altri Stati parte della presente Convenzione;

convinti della necessità di perseguire in via prioritaria una politica comune in campo penale finalizzata a proteggere la società contro la criminalità informatica, in particolare adottando una legislazione adeguata e migliorando la cooperazione internazionale;

consci dei profondi cambiamenti dovuti all’introduzione della tecnologia digitale, alla convergenza e alla costante globalizzazione delle reti informatiche;

preoccupati per il rischio che le reti informatiche e le informazioni elettroniche vengano utilizzate anche per commettere reati e che le prove di tali reati siano memorizzate e trasferite attraverso queste reti;

riconoscendo la necessità di una cooperazione tra gli Stati e l’industria privata nella lotta alla criminalità informatica e il bisogno di tutelare gli interessi legittimi nell’uso e nello sviluppo delle tecnologie dell’informazione;

ritenendo che una lotta efficace contro la criminalità informatica richieda una rafforzata, rapida e ben funzionante cooperazione internazionale in campo penale;

convinti che la presente Convenzione sia necessaria per prevenire azioni dirette contro la segretezza, l’integrità e la disponibilità di sistemi, reti e dati informatici, così come l’uso improprio di questi sistemi, reti e dati, rendendo punibili i comportamenti in essa descritti e istituendo poteri sufficienti per combattere efficacemente questi reati, facilitandone l’individuazione, l’investigazione e il perseguimento su scala sia nazionale che internazionale e adottando provvedimenti per una cooperazione internazionale rapida e affidabile;

tenendo presente la necessità di garantire un equo bilanciamento tra gli interessi del perseguimento penale e il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo previsti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa del 19502 per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, dal Patto internazionale delle Nazioni Unite del 19663 relativo ai diritti civili e politici e dalle altre convenzioni internazionali in materia di diritti dell’uomo, che affermano il diritto alla piena libertà d’opinione e alla libertà d’espressione, incluso il diritto di reperire, ricevere e trasmettere informazioni e idee di ogni tipo senza limiti di frontiere, nonché il diritto al rispetto della vita privata;

consapevoli anche del diritto alla tutela dei dati personali come specificato, ad esempio, nella Convenzione del Consiglio d’Europa del 19814 per la protezione delle persone in relazione all’elaborazione automatica dei dati a carattere personale;

tenuto conto della Convenzione delle Nazioni Unite del 19895 sui diritti del fanciullo e della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro del 19996 sulle peggiori forme di lavoro minorile;

tenendo presente le esistenti convenzioni del Consiglio d’Europa sulla cooperazione in materia penale e altri trattati simili conclusi tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa e altri Stati, e sottolineando che la presente Convenzione viene intesa come integrazione di queste convenzioni al fine di rendere più efficaci le indagini e i procedimenti penali riguardanti reati relativi a sistemi e dati informatici e di consentire l’acquisizione di prove elettroniche di un reato;

accogliendo con favore i recenti sviluppi volti a incentivare la comprensione e la cooperazione internazionali nella lotta contro la criminalità informatica, in particolare le misure adottate dalle Nazioni Unite, dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), dall’Unione europea e dagli Stati del G8;

rammentando le raccomandazioni del Comitato dei Ministri numero R (85) 10 riguardante l’applicazione pratica della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale7 in riferimento alle domande di assistenza per la sorveglianza delle telecomunicazioni, numero R (88) 2 sulle misure volte a combattere la pirateria nel campo del diritto d’autore e dei diritti affini, numero R (87) 15 riguardante la regolamentazione dell’uso di dati personali da parte delle forze di polizia, numero R (95) 4 sulla protezione dei dati personali nell’ambito dei servizi delle telecomunicazioni con particolare riferimento ai servizi telefonici, numero R (89) 9 sui crimini legati all’uso di computer, che fornisce ai legislatori nazionali delle linee guida per definire alcuni crimini informatici, e numero R (95) 13 riguardante problemi di procedura penale connessi alla tecnologia dell’informazione;

tenendo presente la Risoluzione numero 1 adottata dai Ministri della giustizia europei nel corso della 21a conferenza (Praga, 10 e 11 giugno 1997), che raccomanda al Comitato dei Ministri di supportare il lavoro sulla criminalità informatica svolto dal Comitato europeo per i problemi della criminalità (CDPC) al fine di uniformare le legislazioni penali nazionali e di consentire l’uso di strumenti d’indagine efficaci in materia di reati informatici, nonché la Risoluzione numero 3 adottata nel corso della 23a conferenza dei Ministri della giustizia europei (Londra, 8 e 9 giugno 2000), che incoraggia i partecipanti ai negoziati a proseguire nei loro sforzi per trovare soluzioni adeguate a consentire al maggior numero di Stati di aderire alla Convenzione e riconosce la necessità di disporre di un rapido ed efficace meccanismo di cooperazione internazionale, che tenga debitamente conto delle esigenze specifiche della lotta contro la criminalità informatica;

tenendo conto anche del piano d’azione adottato dai Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa in occasione del loro secondo vertice (Strasburgo, 10 e 11 ottobre 1997) per trovare risposte comuni allo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione basate sulle norme e sui valori del Consiglio d’Europa,

hanno convenuto quanto segue:

Préambule

Préambule

Les États membres du Conseil de l’Europe
et
les autres États signataires,

considérant que le but du Conseil de l’Europe est de réaliser une union plus étroite entre ses membres,

reconnaissant l’intérêt d’intensifier la coopération avec les autres États parties à la Convention,

convaincus de la nécessité de mener, en priorité, une politique pénale commune destinée à protéger la société de la criminalité dans le cyberespace, notamment par l’adoption d’une législation appropriée et par l’amélioration de la coopération internationale,

conscients des profonds changements engendrés par la numérisation, la convergence et la mondialisation permanente des réseaux informatiques,

préoccupés par le risque que les réseaux informatiques et l’information électronique soient utilisés également pour commettre des infractions pénales et que les preuves de ces infractions soient stockées et transmises par le biais de ces réseaux,

reconnaissant la nécessité d’une coopération entre les États et l’industrie privée dans la lutte contre la cybercriminalité, et le besoin de protéger les intérêts légitimes dans l’utilisation et le développement des technologies de l’information,

estimant qu’une lutte bien menée contre la cybercriminalité requiert une coopération internationale en matière pénale accrue, rapide et efficace,

convaincus que la présente Convention est nécessaire pour prévenir les actes portant atteinte à la confidentialité, à l’intégrité et à la disponibilité des systèmes informatiques, des réseaux et des données, ainsi que l’usage frauduleux de tels systèmes, réseaux et données, en assurant l’incrimination de ces comportements, tels que décrits dans la présente Convention, et l’adoption de pouvoirs suffisants pour permettre une lutte efficace contre ces infractions pénales, en en facilitant la détection, l’investigation et la poursuite, tant au plan national qu’au niveau international, et en prévoyant des dispositions matérielles en vue d’une coopération internationale rapide et fiable,

gardant à l’esprit la nécessité de garantir un équilibre adéquat entre les intérêts de l’action répressive et le respect des droits de l’homme fondamentaux, tels que garantis dans la Convention de sauvegarde des Droits de l’Homme et des Libertés fondamentales du Conseil de l’Europe2 de 1950, dans le Pacte international relatif aux droits civils et politiques des Nations Unies3 de 1966, ainsi que dans d’autres conventions internationales applicables en matière de droits de l’homme, qui réaffirment le droit à ne pas être inquiété pour ses opinions, le droit à la liberté d’expression, y compris la liberté de rechercher, d’obtenir et de communiquer des informations et des idées de toute nature, sans considération de frontière, ainsi que le droit au respect de la vie privée,

conscients également du droit à la protection des données personnelles, tel que spécifié, par exemple, par la Convention de 1981 du Conseil de l’Europe pour la protection des personnes à l’égard du traitement automatisé des données à caractère personnel4,

considérant la Convention des Nations Unies relative aux droits de l’enfant5 de 1989 et la Convention de l’Organisation internationale du travail sur les pires formes de travail des enfants6 de 1999,

tenant compte des conventions existantes du Conseil de l’Europe sur la coopération en matière pénale, ainsi que d’autres traités similaires conclus entre les États membres du Conseil de l’Europe et d’autres États, et soulignant que la présente Convention a pour but de les compléter en vue de rendre plus efficaces les enquêtes et les procédures pénales portant sur des infractions pénales en relation avec des systèmes et des données informatiques, ainsi que de permettre la collecte des preuves électroniques d’une infraction pénale,

se félicitant des récentes initiatives destinées à améliorer la compréhension et la coopération internationales aux fins de la lutte contre la criminalité dans le cyberespace, notamment des actions menées par les Nations Unies, l’OCDE, l’Union européenne et le G8,

rappelant les Recommandations du Comité des Ministres no R (85) 10 concernant l’application pratique de la Convention européenne d’entraide judiciaire en matière pénale7 relative aux commissions rogatoires pour la surveillance des télécommunications, no R (88) 2 sur des mesures visant à combattre la piraterie dans le domaine du droit d’auteur et des droits voisins, no R (87) 15 visant à réglementer l’utilisation de données à caractère personnel dans le secteur de la police, no R (95) 4 sur la protection des données à caractère personnel dans le domaine des services de télécommunication, eu égard notamment aux services téléphoniques, et no R (89) 9 sur la criminalité en relation avec l’ordinateur, qui indique aux législateurs nationaux des principes directeurs pour définir certaines infractions informatiques, ainsi que no R (95) 13 relative aux problèmes de procédure pénale liés à la technologie de l’information,

eu égard à la Résolution no 1, adoptée par les ministres européens de la Justice lors de leur 21e Conférence (Prague, 10 et 11 juin 1997), qui recommande au Comité des Ministres de soutenir les activités concernant la cybercriminalité menées par le Comité européen pour les problèmes criminels (CDPC) afin de rapprocher les législations pénales nationales et de permettre l’utilisation de moyens d’investigation efficaces en matière d’infractions informatiques, ainsi qu’à la Résolution no 3, adoptée lors de la 23e Conférence des ministres européens de la Justice (Londres, 8 et 9 juin 2000), qui encourage les parties aux négociations à poursuivre leurs efforts afin de trouver des solutions permettant au plus grand nombre d’États d’être parties à la Convention et qui reconnaît la nécessité de disposer d’un mécanisme rapide et efficace de coopération internationale qui tienne dûment compte des exigences spécifiques de la lutte contre la cybercriminalité,

prenant également en compte le plan d’action adopté par les chefs d’État et de gouvernement du Conseil de l’Europe à l’occasion de leur 2e Sommet (Strasbourg, 10 et 11 octobre 1997) afin de trouver des réponses communes au développement des nouvelles technologies de l’information, fondées sur les normes et les valeurs du Conseil de l’Europe,

sont convenus de ce qui suit:

 

Il presente documento non è una pubblicazione ufficiale. Fa unicamente fede la pubblicazione della Cancelleria federale. Ordinanza sulle pubblicazioni ufficiali, OPubl.
Ceci n’est pas une publication officielle. Seule la publication opérée par la Chancellerie fédérale fait foi. Ordonnance sur les publications officielles, OPubl.